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Il nuovo Studio e Laboratorio di Arte Contemporanea AZIMVT: un carismatico bacino di artisti a Pomigliano d’Arco

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A sinistra l'opera di Ilaria Auriemma; a destra quella di Christophe Mourey.

Pomigliano d’Arco – Condivisione è la parola-chiave con cui si potrebbe tranquillamente descrivere la serata di ieri, sabato 19 marzo, trascorsa presso lo spazio d’arte AZIMVT ospitato dallo Studio Centaurus.it in via Plinio n° 16 di Pomigliano d’Arco (NA). In occasione della sua ufficiale inaugurazione, il nuovo Studio e Laboratorio d’arte contemporanea si è proposto per il futuro come un carismatico bacino di artisti impegnati nella pittura, nella fotografia e in altre intriganti tecniche creative. La galleria resterà infatti aperta tutti i pomeriggi dal martedì al sabato dalle ore 17:00 alle 20:00, oppure su appuntamento, con l’intento di divulgare l’arte e l’amore per essa.

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A sinistra il dipinto a olio di Angelo Davino; a destra l’opera di Mario Biscetti.

L’evento è trascorso coinvolgendo innanzitutto l’attenzione degli ospiti con un divertente Happening di accoglienza dalle ore 17:30. A seguire c’è stata la presentazione della Mostra a cura dell’artista Christophe Mourey dando modo ai presenti di apprezzare al meglio le opere esposte. A partire dalla silhouette di donna contorta su se stessa del quadro di Maurizio Cascella, in cui la mescolanza fra colori freddi e caldi sposano una particolare gestualità delle forme, e dalle fotografie di Manlio De Pasquale che ritraggono terre lontane, dai toni asiatici e i colori caldi che trasmettono ora pace e ora una quiete di assesto oppure l’espressione dello sguardo di una bambina messo in evidenza da una meta-cornice a forma di occhio data dall’offuscamento degli angoli dell’immagine.
Ma non solo. Abbiamo il trittico fotografico di Giuliano Piccolo in cui delle rocce sarde sembrano emergere dalla superficie piatta ed esplodere in tridimensionalità sullo sfondo di un vigoroso blu elettrico. Le sensazioni si susseguono. Ad esempio di fronte all’opera fotografica di Enza Martinisi si percepisce quasi una celebrazione della musica, al di fuori della quale ogni cosa sembra essere vana e inghiottita dal buio.

A sinistra il quadro di Ivan Chianese; a destra la fotografia di Enza Martinisi.
A sinistra il quadro di Ivan Chianese; a destra la fotografia di Enza Martinisi.

Irruenti sono la forza e l’urlo silente del soggetto nel quadro di Ivan Chianese in cui una figura umana abbandona l’immobilità della tela per abbracciare un possente dinamismo in un atto di ribellione alla morsa di un curioso ordigno meccanico.
Incredibile il lavoro nato dal pennello di Giada Piccolo in un’opera che raffigura una donna, una nuotatrice, immersa nell’acqua diventando quasi lei stessa acqua, in un’immagine sospesa nel tempo e nelle emozioni dai contorni confusi. Paziente e meditata la spettacolare pittura a olio di Angelo Davino in un quadro che raffigura le eleganti nudità di una donna dagli occhi volutamente poco nitidi per sottolineare il valore sempre più sottostimato che nell’odierna società dell’apparenza viene conferito al celebre “specchio dell’anima”.
Con Mario Biscetti abbiamo un’opera di grafica artistica con elementi in rilievo: la testa di un essere umano a metà fra tasselli che raffigurano la natura e una mente incastonata di chip elettronici in un’epoca sempre più informatica e tecnologica.

Quadro di Maurizio Cascella.
Quadro di Maurizio Cascella.

Lucia Schettino ha proposto invece un’opera criptica, un collage di elementi sovrapposti con nascoste forme antropomorfe che denuncia una dissacrante scomposizione della realtà.
Grande l’impatto emotivo suscitato ancora dalla creatività di Carla Merone con la proposta di un’opera nata dalla sovrapposizione di due lavori di ricamo su reti metalliche per rivendicare la significativa connessione che lega l’intimità di un individuo con la sua esteriorità. Profonda l’allegoria che proietta l’immagine di due spine elettriche verso l’idea di una trasmissione energetica fra il dentro e il fuori e la scelta di un telaio che funga un po’ da cornice che non contiene, ma sostiene l’opera diventandone parte integrante.
Enigmatiche le fotografie in bianco e nero di Angela Sodano in cui l’artista cattura una panoramica del monte Somma con giochi di luci e misteriose figure ripetute.

A destra l’opera di Lucia Schettino.

Delia Ferreri ha esposto invece un quadro esplosivo, come il Vesuvio sull’inconfondibile golfo di Napoli che ha riproposto tra pennellate e collage, giocando con l’inserimento di topoi partenopei come Totò, il sangue, le menti aperte e le prelibatezze culinarie nostrane quali forchettate di spaghetti, babà e pizza margherita.
Spiazza l’osservatore l’opera evocativa di Danilo Spiteri che appare vittima di un fittizio vandalismo per sottolineare la bestialità dell’ignoranza di chi non comprende e apprezza l’arte per disinteresse.
Con il francese Christophe Mourey salutiamo invece la stagione fredda con un paesaggio invernale che racconta delle limitrofe zone pomiglianesi: un groviglio dai toni quasi fiabeschi che si staglia contro lo sfondo e cattura chi osserva servendosi di una disarmante semplicità e un effetto assicurato.

A sinistra il quadro di DElia Ferreri; a destra il dittico fotografico di Angela Sodano.
A sinistra il quadro di Delia Ferreri; a destra il dittico fotografico di Angela Sodano.

Gioca con l’acqua anche Ilaria Auriemma, in maniera meno lampante con un richiamo espresso maggiormente dalla scelta dei colori acquei in un quadro un po’ autobiografico su cui si ripetono degli occhi grandi, capaci tacitamente di scrutare e parlare.
Il dittico fotografico di Antonio Mercadante condivide invece immagini in bianco e nero di soggetti urbani napoletani, con una particolare attenzione per i dettagli, i giochi di riflessi e specchi e gli elementi geometrici.
Dulcis in fondo il quadro di Cristina Sodano che, ispirato da un sogno, proietta l’osservatore in una dimensione onirica in cui un instabile albero in un vaso è minacciato da un fuoco che arde senza consumare, reso dall’artista attraverso l’applicazione sulla tela di stoffa conferendo tridimensionalità all’opera. Affianco la sagoma di un soggetto dalla intenzionale dubbia identificazione e funzionalità nel quadro.

A sinistra le fotografie di ANtonio Mercadante; a destra il quadro di Cristina Sodano.
A sinistra le fotografie di Antonio Mercadante; a destra il quadro di Cristina Sodano.

Nella serata ha trovato spazio, come era stato preannunciato, la proiezione di alcuni cortometraggi a cura di Crescenzo Violante: “Nuite Blanche” di Arev Manoukian, “Due piedi sinistri” di Isabella Salvetti e Paolo Geremei, “This Way Up” di Alan Smith e Adam Foulkes, “Lights out” di David F. Sandberg e “La Pasqua ai tempi dei social network” di Tony Cotina.
Dopo un appetitoso buffet a base di zeppole di San Giuseppe in un primo momento e di pizza sul tardi, l’evento si è concluso con una simpatica spaghettata. Un modo come un altro per festeggiare l’inaugurazione e ringraziare la gratificante partecipazione dei molti presenti con l’auspicio che questa sia solo la prima delle numerose serate avvenire in cui assieme ad AZIMVT si possa valorizzare l’arte e arricchirsi nel confronto e nella reciprocità.

Valentina Mazzella

 

Foto di Francesco Palladino:

Opere di Carla Merone.
Opere di Carla Merone.

 

Trittico fotografico di Giuliano Piccolo.
Trittico fotografico di Giuliano Piccolo.

 

Trittico fotografico di Manlio De Pasquale.
Fotografie di Manlio De Pasquale.

 

Dipinto di Giada Piccolo.
Dipinto di Giada Piccolo.

 

Quadro di Danilo Spiteri.
Quadro di Danilo Spiteri.

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