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Rugby: brutta sconfitta per l’Italia contro la Francia al Torneo delle Sei Nazioni

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During the Rugby match of 02/08/2025, valid for the Guinness Men's Six Nations Tournament 2025 in Rome at the Stadio Olimpico, between Italy vs Wales In the photo: Italy

Roma – Domenica amara per la nazionale di Rugby, un abisso tra gli azzurri ed i francesi, lo schianto contro la realtà questa volta fa davvero male, c’eravamo illusi ancora una volta e eccoci qua a raccontare una giornata che non sai da dove iniziare: se dalle 11 mete francesi (contro 3) o dall’impotenza a reggere questi ritmi, dal peggior passivo (73-24) mai subito in casa nei 25 anni passati a convivere con l’altalena del Torneo, o da Tolone, anno 1967, quando l’Italia di mete ne subì sempre 11 e i francesi che s’incazzano, presero la severa decisione di non schierare più la loro prima squadra contro i colleghi d’Oltralpe. Ci sarebbero voluti 30 anni per fargli cambiare idea.

Succede che i 65.776 dell’Olimpico in campo assistono ai fuochi d’artificio per mezz’ora, quando l’Italia accetta (colpevolmente) il ritmo forsennato imposto da Dupont – che è il miglior giocatore del mondo e non perde occasione per dimostrarlo – e seguito dai suoi scudieri. Gli azzurri si fanno trasportare nella bolgia del gioco, della velocità fatta rugby, prendono e danno pugni alla rinfusa, fino a trovarsi suonati a bordo ring. L’Italia sa attaccare e lo dimostra dopo 10′ di partita pazza e velocissima, quando i Brexoncellos inventano un incrocio in prima fase e il miglior giocatore dell’ultimo Sei Nazioni inserisce la trazione integrale per sconfinare in meta. L’illusione dura un attimo, a quel ritmo si rischia l’asfissia: Guillard segna di forza, Mauwaka lo imita al termine di una penaltou che devastante, quindi Dupont in prima persona chiude un fraseggio in un fazzoletto di campo tra quel fenomeno che è Bielle-Biarrey e Leo Barré, altro estremo di talento di quell’infinito serbatoio di risorse cui può attingere Fabien Galthié. La speranza è che ci si fermi a ragionare, a inventare un piano alternativo al massacro, perché l’Italia palla in mano ci sa fare e lo dimostra quando Brex conclude un’azione avviata da Capuozzo, proseguita da Garbisi nel cuore dei 22 altrui e rifinita da una magia di Ruzza. Un pugno dopo l’altro gli azzurri si ritrovano a un’incollatura (17-21), ma sembrano già suonati. E succede che a quel ritmo finiscono sulle gambe, così prima colpisce Boudehent per la meta del bonus offensivo già alla mezzora, poi Leo Barré che raccoglie l’ennesima ferita provocata nella difesa azzurra da Dupont il Magnifico per andare al riposo in tranquillità (17-35).

Lo spartito non cambia nella ripresa, la Francia si trova a meraviglia a quella velocità, l’Italia arranca con la lingua penzoloni e le gambe in croce. Verrebbe da gettare la spugna per manifesta inferiorità, ma quello è un altro sport. I Coqs segnano altre 6 volte con Aldritt, Bielle-Bairrey, Dupont, ancora Barré, Attissogbe e Barassi, con in mezzo una meta di Paolo Garbisi che questa volta non riesce ad addolcire l’amaro sapore della sconfitta. Di colpo si torna a Lione, alla Coppa del Mondo, a quel 60-7 che sapeva di disfatta, a quel senso di impotenza che a intervalli regolari avvolge il nostro mondo ovale. La Francia all’Olimpico è di un’altra dimensione, l’Italia in un pomeriggio si fa piccola piccola. Certe volte bisogna anche saper essere umili, questo è un gioco spietato che non ammette peccati di presunzione.

Link foto della partita – https://www.facebook.com/media/set/?set=a.1567300114211061&type=3

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