RECENSIONE — L’esistenza dell’uomo in eterno bilico tra libero arbitrio e destino ineluttabile. È già tutto scritto o possiamo essere autori del nostro futuro? Il celeberrimo mito di Edipo offre molteplici spunti sulla questione filosofica. Al Teatro Mercadante di Napoli, dal 5 al 16 febbraio, è in scena proprio lo spettacolo “Edipo Re”. La sofisticata regia di Andrea De Rosa decide intenzionalmente di non focalizzare lo sguardo del pubblico sul tanto menzionato “complesso di Edipo”. Freud e la psicoanalisi vengono momentaneamente messi da parte affinché gli spettatori possano concentrare maggiormente la loro riflessione sul tema della profezia e della possibilità di scelta.
La scorsa estate lo spettacolo aveva già debuttato a Pompei in occasione della rassegna all’aperto “Pompeii theatrum mundi”. Ottime le interpretazioni del cast: Francesca Cutolo, Francesca Della Monica, Marco Foschi, Roberto Latini, Frédérique Loliée e Fabio Pasquini.
La scenografia di Daniele Spanò è fredda, ridotta al necessario. Non richiama le atmosfere dell’Antica Grecia. Piuttosto moderna. Risultato voluto per trasmettere il senso della contemporaneità del messaggio del mito di Edipo. Non a caso Andrea De Rosa fa notare come in scena compaiano anche dei vetri in plexiglas che sono gli stessi usati durante la pandemia per contenere i contagi in pubblico. L’ispirazione per lo spettacolo è nata, infatti, durante i mesi del lockdown. E il regista evidenzia un’analogia con il fatto che, nella storia di Edipo, la città di Tebe attraversasse anch’essa una tragica epidemia.
L’opera di Sofocle è stata dunque tradotta da Fabrizio Sinisi e adattata da Andrea De Rosa. Eppure, dopo più di duemila anni, il cuore della narrazione non perde smalto. I temi risuonano ancora nell’attualità della società odierna. Il rapporto tra il mistero e il sacro, la ricerca della verità a ogni costo, l’indagine sulla nostra identità e le nostre origini, gli interrogativi su ciò che ci aspetta, la conoscenza come arma a doppio taglio. Anche l’angoscia a cui certe domande e le eventuali risposte possono condurre. Il pensiero umano esplora ogni possibilità, sempre. Ieri come oggi.
Di Valentina Mazzella