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Almasri: Una gestione disastrosa mentre l’economia affonda

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Durante il suo intervento in Senato, il segretario Carlo Calenda ha definito l’intera gestione della vicenda una “gigantesca sagra dell’ipocrisia, sottolineando come ogni governo – anche quelli di cui lui faceva parte – abbia avuto a che fare con figure controverse.

Così Calenda: “Non si può sostenere che per la sicurezza del nostro Paese si scarceri una persona che è condannata e la si riporti dove ha commesso i suoi delitti. Quello che è stato fatto è una lesione alla dignità dello Stato, e la dignità è stata svilita“.

Azione ribadisce con fermezza che Almasri avrebbe dovuto essere arrestato e giudicato secondo le leggi internazionali. Abbiamo denunciato il comportamento del Governo come un “disastro diplomatico”, evidenziando la superficialità e l’assenza di una strategia chiara nella gestione di una questione così delicata.

Il caso Almasri dimostra ancora una volta l’urgenza di avere un Governo in grado di affrontare con serietà le sfide internazionali, senza improvvisazioni, né compromessi al ribasso, come invece accade ora.

E mentre tutta l’attenzione è concentrata su questo caso, Azione continua a fare ciò che ha fatto sin dalla sua nascita: avanzare proposte concrete su temi reali. Oggi la vera emergenza del Paese è quella economica, e mentre gli altri si perdono in insulti e polemiche, noi ci occupiamo di proporre soluzioni.

Questa stamattina, in una conferenza stampa a Montecitorio (che puoi riguardare QUI), tenuta da Carlo Calenda, Matteo Richetti, Ettore Rosato e Giuseppe Zollino, abbiamo parlato del vero dramma che attraversa il nostro Paese: l’economia è entrata in recessione.

La nostra è una proposta semplice, che punta ad arginare la speculazione sull’energia, perché oggi vi sono produttori di energia elettrica che hanno margini di profitto sui ricavi superiori a quelli della Ferrari, senza correre alcun rischio.

Bisogna ridurre la bolletta elettrica, in particolare per l’industria manifatturiera, vincolando il rinnovo delle concessioni per l’idroelettrico e il geotermico ad un accordo su un prezzo equo dell’energia elettrica, posto che si tratta di imprese che hanno già ammortizzato gli investimenti, incentivando meccanismi analoghi anche per eolico e solare fotovoltaico e dando al GSE la possibilità di comprare a prezzo fisso energia elettrica e rivenderla a consumatori industriali con contratti di lungo periodo, per calmierare i prezzo di mercato. Si possono ottenere risparmi tra i 4,7 e i 7 miliardi all’anno.

Dall’altro lato, proponiamo di ripristinare il meccanismo di “Industria 4.0”, adeguandolo alle esigenze del sistema produttivo e prevedendo una detrazione del 33% sugli investimenti in tecnologie digitali, ricerca e sviluppo e formazione. Il programma governativo di Transizione 5.0 non sta funzionando, dei 6,3 miliardi stanziati sono stati spesi solo 300 milioni. Noi proponiamo di spostare parte di questo residuo sulla nuova “Industria 4.0”, portandone la dotazione complessiva a 4,2 miliardi e rendendone facile l’utilizzo con incentivi automatici.

Si tratta di proposte di buon senso, molti partiti hanno già detto di essere d’accordo.

Chiediamo alla Presidente Meloni e alla maggioranza di organizzare un incontro insieme alle altre opposizioni su questo tema, come abbiamo fatto sul salario minimo. Sono argomenti trasversali e se riusciremo a fare questo dimostreremo al Paese che la politica, oltre a parlare di conigli e ad insultarsi in Aula, può fare anche cose concrete.

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