Napoli – Il Napoli impatta sulla Roma al San Paolo, rimediando uno 0-0 che, a conti fatti, sta un po’ stretto agli uomini di Sarri.Gli azzurri hanno infatti dominato per gran parte della gara, facendo registrare 2-3 palle-gol limpide.
La Roma resta così l’unica big a non aver perso in terra partenopea, sorte che invece era toccata a Lazio, Juventus, Fiorentina ed Inter.
Un vero peccato, per molteplici ragioni.
Innanzitutto, al di là di ottimi elementi e di una rosa competitiva, come squadra, come collettivo, come fluidità di manovra, la Roma è inferiore al Napoli, confidando molto sulle giocate dei singoli.
Inoltre i capitolini sono arrivati a Napoli con i suoi uomini più decisivi out o quasi: Salah ancora in ritardo di condizione, Gervinho neanche in campo.
Infine la difesa giallorossa è tutt’altro che irreprensibile, subendo qualche gol di troppo rispetto alle ambizioni del club.
Per tutti questi motivi, unitamente ad un San Paolo sold out, il Napoli avrebbe dovuto vincere; soprattutto questo Napoli che lotta per lo scudetto.
La brutta prestazione di Bologna è ampiamente superata: con il Legia, in Europa League, e con la Roma, si è visto un Napoli decisamente diverso.
Non è tuttavia il Napoli di venti giorni fa, macchina perfetta che annullava gli avversari.
Attenzione: non è colpa di nessuno!
E’ normale che la squadra, dopo tre mesi straordinari di bel gioco ed intensità elevata, non poteva continuare su quei livelli. Non sarebbe stato umano.
Perciò, con l’Europa League che si fa interessante, la Coppa Italia e il girone di ritorno, c’è bisogno che il mister, impeccabile sinora, faccia ruotare un po’ gli uomini e, se non si fida della panchina, c’è bisogno che la società lo accontenti sul mercato.
E’ oggettivo che molti “titolarissimi”, sebbene sempre da sufficienza, non siano più lucidissimi; non solo e non tanto fisicamente ma dal punto di vista mentale.
Sulla prestazione con la Roma, De Laurentiis si è detto soddisfatto, Sarri ha parlato di vittoria ai punti. Tutto vero, ma entrambi sanno che sono due punti persi.
di Mario Civitaquale
