Tess è un momento di autenticità in un centesimo di secondo
Libero De Cunzo
La nuova personale TESS di Libero De Cunzo al Museo Nitsch parte da una fotografia di un bel colore
azzurro dove in due occhi tondi, a ben guardare, pare che si ritrovi già tutto, condensato attraverso
l’interazione sensoriale, l’immaginazione, l’emozione. Cose che vede solo l’artista? Probabilmente sì. O
meglio, le vede perché gli saltano agli occhi, “richiamano” il proprio sguardo sulle percezioni e la luce,
stabilendo con la storia un armistizio silenzioso per sviluppare nuove credenzialità, nuove densità visive,
nuovi volumi, nuove proporzioni, nuove trasparenze. Un muretto di pietre sconnesse, una Venere scolpita,
un’impalcatura, un picchetto piantato fra i sanpietrini, facciate coperte da veli pubblicitari, spigoli e tagli di
luce e colore, chiedono un’attenzione minuziosa e prolungata. Non è sempre facile oggi osservare ed
ascoltare con calma, siamo attratti/distratti rapidamente da altro. Tess prova, allora, a promuovere
un’esperienza accogliente e in cui il visitatore può porsi a proprio agio con la consapevolezza del momento
vissuto, che riflette sulla fotografia lentamente, che allunga la riflessione sulle sue ragioni e su un pensiero
che si interroga, che penetra nella possibilità delle cose.
Nel vasto corpus di opere presentate, centrale, a tal proposito, è la sequenza fotografica di 40 tessere
20×20 realizzate da mille punti diversi e installate a occhio dall’artista, in modo tale da permettere a chi
l’osserva di cambiarne l’ordine, per un mosaico di particolari composti a svelare molteplici posizioni nel
tempo e nello spazio: vedute e prospettive appaiono dall’interno in soggettiva, permettendo di ruotare con
lo sguardo sul perno del lato performativo che rimette tutto in gioco, in circolo: autore-spettatore; interno-
esterno; soggetto-oggetto; guardare-essere guardati. Occorre la vista di De Cunzo per questo.
Ogni giorno incontriamo la gemma sul ramo, la grondaia gocciante, la linea rossa dell’orizzonte, la luce
delle nuvole. Perlopiù tiriamo innanzi. Lui, l’artista, no. Corteggia proprio questo.
Le opere incrociano le composizioni musicali del Maestro Lucio Lo Gatto, amico e sodale, a sottolineare
comuni parametri culturali, emozionali ed estetici.L’esposizione è visitabile dal 18 gennaio al 22 febbraio 2025 in due sale attigue connesse ad un ampio
spazio panoramico dove conversare e trattenersi per scattare una fotografia, per leggere un libro, per
approfondire un concetto e consultare cataloghi e altri materiali dell’artista.
Per addolcire l’opening saranno servite le sfogliatelle del Gran Caffè Gambrinus
Libero De Cunzo è stato docente di Arte della Fotografia al Liceo Artistico Boccioni-Palizzi dal 1987 al
2024 e del Corso di Fotografia per l’Ambiente e il Paesaggio all’Accademia di Belle Arti di Napoli. L’attività
didattica, da sempre caratterizzata dalla proposta di una maggiore consapevolezza del saper vedere e di
una conoscenza del linguaggio fotografico, risulta parte integrante del suo progetto di ricerca. Ha
promosso numerose iniziative realizzando reportage su architettura, ambiente e paesaggio. Ha
collaborato con diversi enti ed istituzioni come il Ministero per i Beni Culturali, il MAXXI, la Facoltà di
Architettura di Napoli, l’Università Suor Orsola Benincasa, le Grenoble Institut Français Napoli. Ha esposto
in diversi spazi, in Italia e all’estero. Dalla rassegna Trismegisto curata e allestita da Lucio Amelio nel 1993
con i maggiori artisti contemporanei, per De Cunzo si manifesta con chiarezza il ruolo fondamentale della
fotografia nell’arte intesa come viaggio etico. Ha partecipato con contributi monografici alle rassegne e
mostre personali: L’Italia nel paesaggio (1999), Le stanze dell’Arte (2002), Living Theatre Labirinti
dell’immaginario (2003), Città architettura edilizia pubblica Napoli e il Piano Ina-Casa (2006), il Paesaggio
degli Dei e il lavoro degli Uomini (2012), La rosa dei 20 (2017), RE/GARDER Vibrazioni e corrispondenze
(2018), Procida/Giardino Segreto (2021), DEA ADVENTUS (2021), Sotto il segno di San Gennaro/
Strategie dello sguardo (2021) Libero de Cunzo e l’isola di Arturo (2022), Fotografie per l’Archivio Living
Theatre Caggiano (2024). Tra i titoli pubblicati: I Casali (1981), Spaccanapoli (1993), Infiniti possibili:
Ravello (1994), Grotta del Sole (1994), Lontano dall’Isola Azzurra (1994), Zone – Napoli/Parigi (1994), Tra
luce e luce (1995), La trama vivente della storia (1996), A passo di Vigna (1998), I valori del paesaggio e
la fotografia sensibile (1998), L’Italia nel Paesaggio (1999), Imago vocis, vocis imago (2003),
Croniconiche. Luci e ombre, parole e memorie dalle metropoli (2006), Zenit. Sguardo meridiano. Viaggio
nel cratere dell’Alta Irpinia (2009), Procida, il giardino segreto (2009); Salerno. Glocal City (2010), Il
Paesaggio degli Dei e il lavoro degli Uomini (2012), 31 Artists self-portraits / Living in Napoli (2020), San
Gennaro devozione e culto popolare a Napoli e nel mondo (2023).
Fondazione Morra Museo Hermann Nitsch
Vico Lungo Pontecorvo 29/d 80135 Napoli
Tel. +39 0815641655
www.em-arts.org / www.fondazionemorra.org / www.museonitsch.org