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Luce, la mascotte del Giubileo 2025: pioggia di polemiche e meme

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ATTUALITÀ – Il 28 ottobre l’arcivescovo Rino Fisichella del Dicastero per l’evangelizzazione ha presentato durante un convegno “Luce”, la nuova mascotte del Giubileo 2025 che si terrà l’anno prossimo a Roma. Luce ha tutte le sembianze di una sorta di funko-pop. Nasce, spiega l’arcivescovo, dal bonario desiderio della Chiesa cattolica di “vivere all’interno della cultura pop, tanto amata dai nostri giovani”. Non a caso, infatti, Luce ha rappresentato la Santa Sede anche al Lucca Comics & Games del 2024. Tra l’altro in occasione della primissima volta in cui il Vaticano decide di partecipare ufficialmente a una fiera del fumetto. Non è finita qui: Luce rappresenterà anche la Santa Sede anche all’Expo 2025 a Osaka, in Giappone.

Eppure la risposta di molti dinnanzi a questa scelta è stata una pioggia di meme e polemiche. Meme realizzati in gran parte con l’intelligenza artificiale. Non mancano ovviamente quelli in stile porno. La maggior parte di essi ironizza sugli scandali per pedofilia e sull’ipocrisia dell’istituzione oppure mira a ridicolizzare l’idea del gadget in sé. In un modo o nell’altro, per il cinico anticlericalismo, la Chiesa non ha scampo: commette sempre errori. Sia quando appare troppo distante dalle nuove generazioni sia quando prova a fare passi avanti verso i giovani e la loro cultura.

Alla fine c’è veramente motivo per cui scandalizzarsi di Luce? In fondo l’arte ha sempre raffigurato santi e pellegrini seguendo il canone figurativo di ciascun secolo. I pellegrini del 2025 naturalmente non avanzano più lungo i sentieri vestendo unicamente con un saio addosso e un bastone in mano a cui appoggiarsi come fosse il Medioevo. I giovani pellegrini cattolici del 2025 sono ragazzi comuni che nel vestirsi possono seguire le mode estetiche oppure amare la cultura nerd. Eppure a qualcheduno,  ancorato a vecchi stereotipi, questa immagine desta ilarità. Il bigottismo si nasconde sempre nelle semplificazioni e nella banalizzazione della realtà. 

Di Valentina Mazzella

 

 

 

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