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Il Risanamento a Napoli

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“È gente umile e bonaria, che sarebbe felice per poco e invece non ha nulla per essere felice; che sopporta con pazienza la miseria. Felice per l’esistenza dell’aria aperta, non ha aria; innamorata del sole, non ha sole; le tane dove abita, questa gente, non sembrano fatte per gli umani”: cosΓ¬ scriveva Matilde Serao nel suo libro ‘Il ventre di Napoli’ nel 1884, prima del risanamento.

Il 18 settembre 1860 Garibaldi firmava il decreto con il quale si dava il via alla realizzazione di progetti, in massima parte risalenti al periodo borbonico.

Successivamente, a causa dell’epidemia di colera, scoppiata a Napoli nel settembre del 1884, fu emanata dal governo nazionale la legge per il risanamento della cittΓ  di Napoli che era la cittΓ  piΓΉ popolosa del Regno d’Italia, in crisi per la perdita del suo secolare ruolo di capitale.

La storia napoletana si inserΓ¬ in quella nazionale nell’intreccio tra credito e speculazione edilizia che vide corruzioni e abusi tanto sostanziosi da contribuire al fallimento di numerose banche e al succedersi di svariate crisi di governo.

Numerosissime furono le demolizioni per la costruzione di nuovi quartieri. Si aprirono nuove strade al centro della cittΓ . Allo stesso tempo si pensΓ² di “risanare” i quartieri degradati.

Fu costruito l’attuale Corso Umberto (Rettifilo) e si bonificarono le zone paludose per creare i rioni Vasto ed Arenaccia, destinati alle famiglie operaie.

Nato come programma per la risoluzione dei piΓΉ gravi problemi igienici nei vecchi quartieri malsani, il Risanamento produsse, in realtΓ , la stessa situazione di prima. Alle spalle dei bellissimi palazzi la situazione rimase quasi immutata e gli interventi si limitarono solo a nascondere il degrado e la povertΓ , piuttosto che a risolverne i problemi.

Saluti cordiali,

Pino Spera

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