MUSICA — È il 6 maggio del 2017 e Fedez chiede a Chiara Ferragni di sposarlo dedicandole la canzone “Favorisca i sentimenti” (con J Ax). Una proposta di matrimonio eclatante, durante un concerto, davanti a un pubblico di migliaia di persone nell’Arena di Verona. Oggi, 21 settembre 2024, Fedez lancia il suo nuovo singolo, “Allucinazione collettiva”, rivolto a quella che ormai è la sua ex-moglie. Aveva già fatto qualche accenno nelle sue storie Instagram nel mese di agosto, dicendo di aver buttato giù forse il testo più significativo della sua carriera artistica. Il pezzo è arrivato dopo un acceso dissing con il rapper Tony Effe.
Il primo ascolto si rivela subito un forte scossone per chi conosce il modo in cui la coppia si è sempre raccontata sul web. Mettendo a confronto le due canzoni summenzionate, si nota con rammarico che dal verso “Mi spiace, ti sei presa un paranoico d’azione” del 2017 al “Di’ al tuo avvocato che mi ha contestato un tentato suicidio” del 2024 il passo è stato tristemente breve. Con malinconia il passaggio dalle parole “Perché di anelli son fatte le catene/seppur così presto non ne faccio altrimenti/cuore in arresto favorisca i sentimenti” alla frase di piombo “Finché magistrato non ci separi”.
In fondo, con la loro massiccia sovraesposizione mediatica, i Ferragnez — vien detto spesso — avevano quasi smesso di esser persone per diventare dei personaggi. Volente o nolente, i loro contenuti tappezzavano i social. Anche chi non li seguiva nello specifico, se dotato di una connessione a Internet, poteva finire per inciampare in qualche loro video, foto o intervista. Nel bene e nel male, i Ferragnez sono stati un grosso fenomeno di costume della storia digitale. Indipendentemente dall’opinione che ciascuno può formulare in maniera diversa sul loro conto. Ed ecco allora che in tanti hanno nel tempo seguito la loro storia un po’ nello stesso modo in cui si segue una serieTV. Dietro ai personaggi si nascondono tuttavia le persone.
Con il lancio di “Allucinazione collettiva”, sorgono subito un quesito e una riflessione. La domanda: tutto il dissing dell’ultima settimana tra Fedez e Tony Effe è stato dunque una strategia pianificata a tavolino? Un piano per creare hype e proporre al pubblico la canzone sul più bello? Potrebbe essere. Non è da escludere. Sulla piattaforma X (ex Twitter) molti utenti lo credo possibile. Una messa in scena, una manovra pubblicitaria per promuovere il nuovo brano da cui anche Tony Effe avrebbe guadagnato ulteriore visibilità. Tutto organizzato, tutto concordato. Un po’ come nel wrestling. In tal caso Fedez sarebbe indiscutibilmente un genio del marketing. Il dissing tra i due ha attratto moltissima attenzione, soprattutto per i toni infantile, immaturi e offensivi delle rime.
Infine il nuovo singolo che, in maniera cristallina, rivela in maniera autentica il mondo interiore di Fedez. O forse sarebbe meglio scrivere “di Federico” persona. Qualcuno ha frainteso lo scopo del testo, interprentandolo come una canzone d’amore con l’intenzione di riavvicinare Chiara Ferragni. Non è nulla di tutto ciò. “Allucinazione collettiva” è rivolta a Chiara piuttosto che esserle dedicata nell’accezione romantica dell’espressione. Non è un tentativo di riconquista o di riappacificazione. Il testo è più il racconto di quello che la loro relazione ha rappresentato per l’autore nella sua vita, il racconto del male provato. Salute mentale e suicidio temi delicatissimi presenti nei versi di Fedez che, a questo giro, torna a essere un artista ispirato e non più “un cantante di tormentoni estivi con gli artisti più in voga del momento di volta in volta”.
“Allucinazione collettiva” è uno sfogo che esprime il valore del passato condiviso con Chiara e ammette le colpe di entrambi. È un testo carico di sentimenti, ma non di sentimenti sdolcinati. La canzone è impregnata di rabbia, dolore e solitudine. Fedez aveva il desiderio di gridare la propria verità. L’ascolto ne lascia percepire la potenza, l’infelicità di un rapporto in cui forse il solo amore non è bastato. Nel frattempo sul web esiste chi con cinismo e chi, invece, con speranza crede possibile che addirittura la rottura del matrimonio possa essere una farsa. Un momentaneo escamotage per distrarre ancora l’opinione pubblica dallo scandalo Balocco. Potrebbe essere? “Ed io mi chiedo ancora se c’è un lieto fine a una favola infelice e storta” recita la nuova canzone.
Di Valentina Mazzella