RECENSIONE — In attesa del Napoli COMICON che si terrà dal 25 al 28 aprile presso la Mostra d’Oltremare, non c’è nulla di meglio che approfondittarne per recuperare la visione di qualche opera nerd. Tra i prodotti più simpatici e irriverenti di Netflix dell’ultimo anno, non possiamo non considerare “One Piece”. La serie è stata distribuita sulla nota piattaforma di streaming dal 31 agosto del 2023. A lungo è stata cima alle classifiche dei titoli più visti. Si compone di otto episodi ed è naturalmente ispirata all’omonimo manga giapponese da cui è tratto anche il celebre anime.
Già da anni “One Piece” reggeva un impero di gadget, merchandising, cosplay e manifestazioni in tema. La realizzazione della serieTV è stata un nuovo tassello di un universo creativo molto florido. “One Piece” è stato dunque ideata da Matt Owens e Steven Maeda sulla base dell’opera originale di Eiichirō Oda. Ciononostante il live-action non ha soddisfatto le aspettative dei fan più appassionati che desiderano riscontrare nella trasposizione una maggiore fedeltà. Va considerato in ogni caso che gli adattamenti dividono quasi sempre il pubblico.
Attualmente il manga conta oltre mille capitoli. Il live-action sintetizza in maniera egregia la prima saga dell’East Blue. In futuro senz’altro Netflix proporrà nuove stagione per proseguire con le altre avventure dei protagonisti. Le inquadrature cercano di conservarsi simili all’anime. Gli effetti speciali soddisfano. La fotografia e la grafica sono spettacolari, con colori vividi che richiamano egregiamente le atmosfere dell’opera di Oda. Saggia la scelta di rispettare anche lo stile dei costumi uguale al manga dando l’opportunità alla serie di non sprecare l’elemento di grande riconoscibilità.
Il cappello di paglia di Luffy, la sua maglietta rossa, i capelli verdi di Zoro, le sue spade, la capigliatura fiammante di Nami e tanti altri dettagli da sempre hanno cristallizzato un’immagine inconfondibile nell’immaginario collettivo. Ottimo anche il reparto trucco per le figure più eccentriche. Nella serie “One Piece” di Netflix non manca nulla in termini di impatto visivo. Il cast rispecchia adeguatamente le caratteristiche fisiche dei personaggi e gli attori dimostrano tutti un gran talento. Nei panni del futuro Re dei pirati Monkey D. Luffy abbiamo Iñaki Godoy. A seguire i suoi amici Roronoa Zoro interpretato da Mackenyu e Nami da Emily Rudd. Jacob Romero è Usopp e Taz Skylar impersona lo chef Sanji. Tutti insieme attraversano i mari per scovare il tesore di Gold Roger (Michael Dorman).
La narrazione è incalzante. Coinvolge con ritmo anche chi è a digiuno della trama originale. Anzi, se piace il genere forse anche di più perché sprovvisto di pregiudizi e parametri di paragone. La sceneggiatura è lineare, senza lacune o contraddizioni. Con l’ausilio di flashback il pubblico ripercorre anche il passato dei personaggi. Un passato che si intreccia e si alterna al presente senza creare confusione grazie a un montaggio adeguatamente curato. I dialoghi sono chiari, puntuali e con la giusta dose di verve.
Sebbene “One Piece” racconti di storie dalla fortissima componente fantastica e sovrannaturale, il live-action riesce a rappresentare la dimensione del mondo di Oda in maniera abbastanza realistica. Non si avverte mai la sensazione di star guardando un prodotto scadente e non verosimile. Sicuramente l’aspetto più importante è che non si tratta dell’ennesima “americanata”. In tanti sono ancora traumatizzati dal ricordo del film “Dragon Ball Evolution” del 2009 in cui, per dirne una tra mille, Bulma era castana con una ciocca viola. “One Piece” di Netflix rispetta abbastanza l’identità nipponica del prodotto di riferimento.
La storia tratta diverse tematiche importanti, come del resto il manga e l’anime. Si discute in primis dell’importanza della perseveranza nell’inseguire i propri sogni e dei sacrifici per farlo. Si parla della fiducia in se stessi e dei valori in cui si crede: la lealtà, l’onestà, l’amicizia. Non c’è spazio per la vendetta, ma solo per la giustizia. Non vengono disdegnati argomenti importanti come il razzismo e la schiavitù. E poi la libertà, la fiducia nel prossimo, l’ottimismo… “One Piece” si rivela un buon prodotto. Brillante soprattutto per chi desidera approcciare all’opera di Oda, ma è scoraggiato dalla proverbiale lunghezza delle altre due versioni.
Di Valentina Mazzella