RECENSIONE — Per chi ama la poesia e la letteratura italiana del Novecento, c’è un interessante titolo che è ancora possibile recuperare in streaming sulla piattaforma di RaiPlay: “Folle d’amore — Alda Merini”. Si tratta di un film per la televisione diretto dalla regia di Roberto Faenza, trasmesso su Rai1 lo scorso 14 marzo in prima serata. La trama è liberamente ispirata al libro “Perché ti ho perduto” di Vincenza Alfano e racconta, per l’appunto, la vita della famosa poetessa Alda Merini.
Per la realizzazione del soggetto, la produzione si è avvalsa anche della preziosa consulenza di Arnoldo Mosca Mondadori, pronipote del celebre editore. L’uomo è stato, infatti, amico dell’autrice negli ultimi anni di lei. Un’amicizia che emerge anche dalla fiction in cui Mondadori è interpretato da Federico Cesari con spigliatezza.
Ben tre attrici di talento prestano, invece, il volto ad Alda Merini nelle varie fasi della vita. Sofia D’Elia è una giovanissima e ribelle Alda Merini da adolescente. Rosa Diletta Rossi interpreta la poetessa quando è una giovane donna, dal matrimonio agli anni del manicomio. Laura Morante veste, invece, i panni di Alda Merini nell’età matura, quando con consapevolezza racconta i suoi trascorsi al giovane amico Arnoldo.
Il montaggio sceglie di non proporre gli eventi seguendo la linea cronologica del tempo. Preferisce alternare il presente, che scorre tra il 1997 al 2009, ai ricordi del passato tra gli anni ’50 e ’80. I fatti narrati si svolgono per la maggiore presso Milano, ma per questioni pratiche buona parte delle scene sono state, invece, girate a Torino.
Da “Folle d’amore — Alda Merini” emerge il ritratto di una donna forte, determinata, anticonformista. La terza figlia della poestessa, Barbara Carniti, pare abbia visto il film esprimendo un po’ di delusione. Sua madre era una persona meno grigia o rassegnata rispetto a quanto viene mostrato. Forse per motivi di minutaggio, il lungometraggio non rende giustizia agli amori che ha vissuto e ad altre persone fondamentali per la Merini. Soprattutto la fiction non sottolinea la genialità e la creatività della sua arte, della sua poesia.
Tutte considerazioni ampiamente condivisibili. Tuttavia “Folle d’amore — Alda Merini” resta un prodotto gradevole da guardare. Non solo come intrattenimento, ma perché la sua visione può costituire uno stuzzicante stimolo. Alda Merini è stata non solo una maga con i versi, “la poetessa dei Navigli”. Non lascia in eredità soltanto la creatività e le emozioni delle sue parole. È stata anche e soprattutto una donna capace di volare sopra la banalità di una società omologata scegliendo sempre la spontaneità e la passione.
Di Valentina Mazzella