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Addio ad Akira Toriyama, il padre di Dragon Ball e Arale: l’eredità che lascia

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Una giornata di lutto internazionale per tutti gli appassionati di anime e manga. La morte di Akira Toriyama ha colto letteralmente i fan alla sprovvista. È andato via il primo marzo, ma la notizia è stata divulgata dal Bird Studio solo oggi. L’autore aveva soltanto 68 anni e pare sia stato colpito ematoma subdurale. Non sono stati diffusi ulteriori dettagli. Nella nota si leggono le seguenti parole:

“È nostro profondo rammarico perché con il suo solito grande entusiasmo, aveva ancora diverse opere nel bel mezzo della creazione. E tanti altri traguardi da raggiungere. Tuttavia ha lasciato a questo mondo molti titoli manga e opere d’arte. Grazie al sostegno di tante persone in tutto il mondo, ha potuto continuare la sua attività creativa per oltre 45 anni. Ci auguriamo che il mondo delle creazioni di Akira Toriyama continui ad essere amato da tutti per il tempo a venire”. 

Non bisogna essere necessariamente amanti del Giappone o del mondo dei fumetti: chiunque sia stato bambino tra il 1985 e gli anni 2000 conosce, volente o nolente, le rocambolesche avventure di Goku e dei suoi amici. Dopo i Millennials, la tradizione è stata raccolta anche dalla Generazione Z e dalla più recente Generazione Alpha. Nulla vieta di tramandare la passione per le sfide di Goku anche ai ragazzi del futuro. Soprattutto considerando la sempreverde prosperità del merchandising e della produzione di nuovi capitoli come il più recente Dragon Ball Super.

Per anni la trasmissione degli episodi di Dragon Ball è stato un appuntamento fisso alla TV per migliaia. Ma non solo: Akira Toriyama ha creato un mondo narrativo arricchito di personaggi ed elementi iconici. Lo dimostrano in queste ore le innumerevoli reference con cui tantissimi provano a salutarlo sui social con un disegno e una citazione. La ricerca delle sette sfere del Drago Shenron, la Nuvola Speedy, la Kame House del Maestro Muten (l’isola del Genio), il Serpentone dell’Aldilà, il pianeta di Re Kaioh, le invenzioni della Capsule Corporation, l’Onda Energetica, i Sayan e altre chicche aleggiano nell’immaginario collettivo.

L’annuncio della notizia ha scosso emotivamente una grande massa. Non solo fra gli spettatori. Il cordoglio dell’arte si stringe per dire addio al Maestro con il cuore in mano: mangaka di altre saghe, colleghi, doppiatori giapponesi e italiani, i cantanti delle sigle di tutte le nazionalità, ammiratori da tutti i continenti. Akira Toriyama non è stato inoltre solo il padre di Dragon Ball, ma anche il creatore di Arale. Il suo genio creativo negli ultimi 50 anni ha fatto sognare il pubblico, ha ispirato nuove generazioni di mangaka, ha aperto nuove opportunità all’industria degli anime. Il suo nome è diventato un’istituzione. Oggi, per la realizzazione di Dragon Ball Super, raccoglie il testimone Toyotarō (45 anni).

A noialtri restano gli insegnamenti e i valori trasmessi da Toriyama attraverso le storie che nei decenni ha saputo costruire. L’importanza dell’amicizia, del sacrificio per il prossimo, l’ostinazione del Bene contro il Male, l’altruismo e la generosità, l’amore per la famiglia, il coraggio, la difesa dei più deboli e del mondo che ci è stato consegnato, l’ottimismo nelle avversità, la capacità di essere umili e genuini come Goku anche dinnanzi all’odio e alla malvagità. Il tutto sempre un po’ condito con un’ottima dose di umorismo e risate sincere. La fiducia in una realtà migliore è sicuramente la lezione e il regalo più preziosi che Akira Toriyama lascia anche andando via.

Di Valentina Mazzella 

 

 

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