RECENSIONE – Soprattutto in un periodo politicamente e culturalmente critico come questo, ci voleva. Soprattutto adesso che nelle piazze taluni si riuniscono ancora per alzare il braccio come nel saluto romano. Proprio in questo desolante scenario, “La Storia” appare un vero toccasana per la memoria, la cultura e le coscienze. Diretta dalla regia di Francesca Archibugi, RaiUno ha ieri terminato la trasmissione di una delle sue serie-tv più belle degli ultimi anni. Fortunatamente i suoi otto episodi sono ancora recuperabili in streaming sulla piattaforma di RaiPlay.
La sceneggiatura è stata curata da Giulia Calenda, Ilaria Macchia, Francesco Piccolo e dalla stessa Archibugi. Si tratta della trasposizione cinematografica dell’omonimo capolavoro della scrittrice Elsa Morante, una delle penne più brillanti del secolo scorso. Lo stesso romanzo “La Storia” viene riconosciuta dalla critica come una delle opere di maggiore spessore della letteratura italiana del Novecento. Scusate se è poco.
La trama narra gli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale e del successivo dopoguerra. Copre un arco temporale che va dal 1941 al 1947. Le vicende sono ambientate a Roma e riguardano dei personaggi in balia della Storia con la esse maiuscola. È in questo modo che la Morante scelse di denunciare le disgustose malefatte della guerra. Raccontando le vite delle persone normali, vittime dei grandi fatti storici. Il titolo completo del libro ha, infatti, un sottotitolo: “La Storia – Uno scandalo che dura da diecimila anni”. Parole eloquenti.
La regia e il montaggio sono eccezionali. La scelta delle scenografie e la cura dei costumi e del trucco di scena sono impeccabili. Il cast è fenomenale. Jasmine Trinca è immensa nei panni della protagonista Ida Ramundo. Francesco Zenga, in quelli di Nino, così notevolmente credibile da meritare gli schiaffi. L’oste Remo è interpretato da Valerio Mastandrea: un nome, una garanzia. Lodevole anche Lorenzo Zurzolo che interpreta il tormentato Carlo Vivaldi/Davide Segre.
Bravissimo il napoletano Vincenzo Nemolato, Domenico in due episodi . Asia Argento nei panni di Santina è stata magnifica, confermando la qualità della sua carriera. A gran voce di popolo – e come non potrebbe – magistrale è dir poco di Elio Germano nel ruolo di Giuseppe Cucchiarelli/Eppetondo. Tra l’altro ne abbiamo discusso ampiamente la settimana scorsa proprio in questo articolo: https://www.napolisera.it/raiuno-la-storia-tutti-pazzi-per-elio-germano/. Ma come non parlare anche del grandissimo talento del piccolo Mattia Basciani? L’attore ha solo 8 anni. Eppure si è calato in una performance difficilissima per regalare a noi tutti un indimenticabile Useppe, il figlio di Ida nonché fratello di Nino.
“La Storia” è un vero gioiello. Con la sua messa in onda, la Rai ha prestato un egregio servizio di divulgazione culturale. Una storia autentica, viscerale. È drammatica, commovente. Spesso ti lascia con il fiato sospeso per l’ansia e ti strappa emozioni fortissime dal petto. Eppure dona ai lettori e, in questo caso, agli spettatori immagini indelebili. Evoca riflessioni profonde su temi che, incredibilmente, sono ancora di grande grandissima attualità. Scuote l’animo e la coscienza di tutti coloro che conoscono la dignità e l’empatia.
Di Valentina Mazzella