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Napoli: la grande bellezza

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Benvenuti al nuovo appuntamento della rubrica: “π‘΅π’‚π’‘π’π’π’Š π’‚π’π’•π’Šπ’„π’‚: π’”π’•π’π’“π’Šπ’‚, π’‚π’π’†π’…π’…π’π’•π’Š 𝒆 π’„π’–π’“π’Šπ’π’”π’Šπ’•π’‚'”.

Napoli Γ¨ costruita sulla tomba della sirena Partenope e le sirene, si sa, ammaliano colui che ne ascolta il canto. Lo sapeva bene Plinio Il Vecchio (filosofo naturalista) quando scrisse: “Questa regione Γ¨ cosΓ¬ felice, cosΓ¬ deliziosa, cosΓ¬ fortunata che vi si riconosce evidente l’opera prediletta della natura”.

Napoli Γ¨ disposta, in gran parte, ad anfiteatro su un’insenatura della costa tirrenica, nella parte piΓΉ interna del golfo omonimo.

CittΓ  di storia millenaria e di straordinarie bellezze naturali, era per Luciano De Crescenzo non una cittΓ , ma una componente dell’animo umano. Asserito recentemente anche da Papa Francesco, in occasione della sua visita: “La vita a Napoli non Γ¨ mai stata facile, perΓ² non Γ¨ mai stata triste”.

Napoli gode di un clima mediterraneo e, mediamente, il sole splende 250 giorni l’anno. Per la sua prodigiosa fertilitΓ , veniva detta Opicia dagli antichi. Per l’incanto del suo cielo, per la salubritΓ  del suo territorio, era piΓΉ tardi chiamata “un lembo di Paradiso”.

Come non dare ragione al noto scrittore partenopeo Maurizio De Giovanni. A una saccente giornalista francese, che gli chiedeva in cosa Napoli fosse piΓΉ bella di Parigi, l’autore ha risposto: “Vede, signora, Γ¨ semplice. Parigi, che Γ¨ splendida, l’hanno fatta gli uomini. Napoli l’ha fatta Dio”.

Saluti cordiali,

Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano D’Arco.Β 

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