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“Dumbo” di Tim Burton: la Rai festeggia il Natale con i classici Disney

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RECENSIONE – Essere delusi dalla genialità di Tim Burton è difficile. Il live-action “Dumbo” è sicuramente un’altra gemma della sua filmografia, nonostante lo scetticismo della critica. Il film è del 2019, ma è stato trasmesso ieri, in prima serata, su Rai Uno in un palinsesto settimanale che mira a celebrare lo spirito del Natale con i classici Disney. L’estetica onirica e colorata della storia originale sposa bene i toni dark caratteristici della regia di Burton.

“Dumbo” propone un cast notevole che annovera Michael Keaton, Danny DeVito, Eva Green e Colin Farrell. Le interpretazioni degli attori sono, infatti, ineccepibili. Come del resto gli aspetti tecnici, la scelta della fotografia e il montaggio. La regia di Tim Burton si conferma una garanzia. Gli effetti digitali che permettono la partecipazione di animali esotici alla produzione sono eccezionali e molto realistici. La rappresentazione di Dumbo presenta un’espressività straripante di tenerezza e timidezza. Tutt’altro che inespressiva e fredda.

La sceneggiatura di Ehren Kruger sceglie di trarre soltanto spunto dall’omonimo film di animazione del 1941 che, per la precisione, fu il quarto classico della tradizione disneyana. A differenza dell’originale è stata inserita una maggiore componente umana, anche con l’aggiunta di nuovi personaggi. Lo stesso punto di vista narrativo non è quello di Dumbo, ma piuttosto quello delle persone che lo circondano. Non ci sono animali che parlano. L’opera resta una storia di magia e fantasia, ma perde la sua natura più autenticamente fiabesca a misura di bambino.

“Dumbo” ha, inoltre, un’intensa presenza di dialoghi. Dialoghi tra essere umani. Non è stato prediletto il caratteristico “mutismo” del cartone. Presumibilmente anche per restare al passo con i gusti del tempo che – anche cinematograficamente parlando – sono ormai abituati a ritmi più serrati e a continui stimoli. Inoltre, a differenza degli altri lavori Disney, il film di Tim Burton rinuncia alle iconiche canzoni. “Dumbo” non è un musical come il film d’animazione e gli altri remake.

Ciononostante resta una produzione di altissima qualità.  Un’opera fortemente godibile che invita il pubblico a riflettere su tante tematiche importanti. Non a caso la sua messa in onda televisiva sposa perfettamente i valori di questo clima di festa. Anche nel presente “Dumbo” spinge in avanti un personaggio-chiave diverso, strano, deriso. Un emarginato, un outsider (tema molto caro a Burton). La storia dell’elefantino volante denuncia il bullismo e lo sfruttamento degli animali negli ambienti circensi.

La narrazione è farcita di buoni sentimenti. Senza troppe pretese, opta per la sempreverde contrapposizione tra Bene e Male e il trionfo del primo sul secondo. Non ci sono molte sfumature di grigio in quanto a profondità psicologica. Il live-action strizza l’occhio all’emancipazione delle bambine, al pregio dei modelli di riferimento da ricercare nella scienza e nella cultura. Non si nega una digressione sul rapporto genitori-figli in cui i genitori hanno il dovere di credere nei giovani, senza pretendere di decidere il loro futuro.

E da qui si ha l’aggancio perfetto per la morale delle morali di “Dumbo”: l’importanza di credere in se stessi e nei propri sogni. Nella vita, senza una buona dose di autostima e di sicurezza, diventa complicato trovare la determinazione per inseguire i propri obiettivi. Anche quando si hanno predisposizione, capacità, competenze e talento. Esattamente come “Dumbo”. Abbiamo tutti delle unicità da riconoscere e accettare, anche dinnanzi agli ostacoli della vita e alla meschinità. E solo dopo allora si impara a spiccare il volo come il dolcissimo elefantino volante.

Di Valentina Mazzella

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