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Calcio Napoli, dal 4-3-3 di Spalletti a quello di Garcia: cosa è cambiato?

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Napoli – Le differenze tra il Napoli di Luciano Spalletti e quello di Rudi Garcia sono numerose ma molto sottili. A primo impatto, infatti, è difficile spiegare una simile diversità di rendimento e il perché è presto detto. Gran parte dei giocatori sono rimasti e l’assetto tattico è rimasto il medesimo, con il tecnico francese che ha confermato senza tentennamenti il 4-3-3 inaugurato dall’allenatore toscano. Quel che è certo, però, è un deciso passo indietro dei partenopei da tutti i punti di vista. Se a inizio stagione, poco prima dell’inizio del campionato, il Napoli si giocava il ‘titolo’ di favorita per lo Scudetto insieme all’Inter, oggi i pronostici dei bookmaker e degli appassionati o le indicazioni che possono arrivare da una pagina di comparazione di quote della Serie A evidenziano i partenopei ancora più indietro nella griglia dei favoriti. Gli azzurri sono ormai dietro le due milanesi, Inter e Milan, ma anche alla Juventus di Massimiliano Allegri.

La diversità di rendimento si nota anche solo considerando il reparto offensivo, pur senza nessuna variazione negli interpreti rispetto alla stagione scorsa. Khvicha Kvaratskhelia è, in questo primo scorcio di campionato, un lontano parente rispetto al giocatore ammirato nell’annata precedente. In questo caso ci sono diverse attenuanti: l’esterno georgiano ha solo 22 anni ed era al debutto in Serie A, un calo fisiologico era lecito aspettarselo. Tuttavia, in questo caso si tratta di vera e propria involuzione: in queste prime sfide di campionato, infatti, è mancata l’esplosività e la spinta propulsiva che lo aveva contraddistinto per tutta la stagione passata.

Lo stesso discorso può valere per Victor Osimhen, leader incontrastato del reparto offensivo di Spalletti e ora protagonista di diverse schermaglie con il nuovo allenatore francese. A partire da qualche sostituzione non accettata da parte dell’attaccante nigeriano, oltre ad un atteggiamento tattico non sempre condiviso. Sembra evidente che la pressione di inizio campionato sulla squadra partenopea abbia sortito effetti piuttosto negativi sul gruppo, non in grado di compattarsi come fatto nella precedente stagione.

Osservando anche il centrocampo a disposizione di Garcia, non ci sono differenze rispetto a quello della passata stagione. Il terzetto titolare resta composto da Frank Anguissa, Piotr Zielinski e Stanislav Lobotka, fondamentale già nell’undici di Spalletti e vero e proprio metronomo della squadra, in grado di dettare passaggi e tempi di gioco. Sicuramente è il reparto arretrato ad essere maggiormente variato in questa nuova stagione: la partenza obbligata di Kim, destinazione Bayern Monaco dietro pagamento della clausola rescissoria, ha imposto un intervento sul mercato da parte di Aurelio De Laurentiis. Per 10 milioni di euro è arrivato Natan dal campionato brasiliano, che fin qui non ha deluso. La vera sorpresa, in positivo, è sicuramente Leo Østigård, che si sta ritagliando uno spazio sempre più importante in questa prima parte di stagione. Confermata, infine, la titolarità di Alex Meret, protagonista di uno splendido campionato nella passata annata. L’arrivo, lo scorso anno, di Pierluigi Gollini avrebbe dovuto aprire a una serrata concorrenza per la titolarità della porta azzurra ma così non è stato. L’ex Atalanta, infatti, dopo il suo trasferimento in Premier League ha iniziato un periodo di evidente calo che lo ha portato prima al prestito alla Fiorentina e poi al Napoli, senza mai ritrovare titolarità.

Al momento però la situazione in casa Napoli è tutt’altro che tranquilla e il presidente dei campani decisamente non soddisfatto di quanto messo in campo dalla rosa. Il patron De Laurentiis è sempre più spesso a Castel Volturno a fianco della squadra e soprattutto si rincorrono le voci riguardo ad un imminente cambio di guida tecnica. Antonio Conte ha respinto ogni rumors dichiarando di dare priorità alla famiglia in questo momento, il tecnico salentino è però senza panchina da ormai diverso tempo dopo l’addio al Tottenham e il suo rientro può dirsi prossimo. Non è dato sapere, però, se alla guida dei campani. Di certo una scelta del genere imporrebbe una revisione al ribasso del suo ingaggio. Con gli Spurs aveva firmato un contratto record da 17 milioni di euro netti a stagione, cifre irraggiungibili non solo per il Napoli ma per ogni compagine di Serie A. Questa cifra percepita lo aveva reso il quarto allenatore più pagato al mondo dopo Pep Guardiola, Jurgen Klopp e Cholo Simeone.

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