NAPOLI – Tra storia e leggenda, il nome di Alessandro Magno attraversa i secoli con il suo irriducibile fascino. Diventato presto re di Macedonia nel 336 a.C., fondò un vastissimo impero che si estendeva dalla Macedonia all’India. Morì a soli 33 anni nel 323 a.C., dopo una vita di battaglie e conquiste. Il suo mito lo colloca tra i personaggi più iconici della storia dell’umanità. Sicuramente questa premessa spiega in parte lo strepitoso successo con cui la mostra “Alessandro Magno e l’Oriente” presso il MANN è stata accolta dal grande pubblico. Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha chiuso l’esposizione due giorni fa (era stata inaugurata lo scorso 29 maggio) e ha tirato le somme dei visitatori. Negli ultimi tre mesi estivi ben 200mila persone si sono recati al museo per contemplare la collezione sul re di Macedonia.
La mostra è stata curata da Filippo Coarelli e Eugenio Lo Sardo. Si è svolta in concomitanza con l’inizio della seconda fase esecutiva del restauro del celebre mosaico di Alessandro. Precisamente il Mosaico della battaglia di Alessandro e Dario, quello rinvenuto nella Casa del Fauno di Pompei, risalente alla fine del II sec. a.C.: uno dei cavalli di battaglia del Museo Archeologico di Napoli. L’opera è tuttora in restauro.
Gli spazi dedicati alla mostra erano due: l’Atrio monumentale all’ingresso e il Salone della Meridiana più alcuni rimandi tematici nei tre giardini storici. La mostra presentava circa 170 opere provenienti da tutto il mondo: dall’antica Persia al Gandhara. Statue, vasi e dipinti pronti a raccontare le imprese di Alessandro Magno tra Oriente e Occidente. Le vicende di un uomo macedone che fu allievo di Aristotele e divenne un condottiero e un conquistatore senza pari. Per l’epoca fu a modo suo un esportatore di cultura greca in Oriente. Senza tuttavia rinunciare anche a importare i costumi orientali in Occidente.
Alessandro fondò moltissime città, tutte ammirate per la grandiosità dello schema urbanistico. Ricordiamo Alessandria in Egitto, Alessandria Eschate, un tempo Leninabad oppure Bucefala in Pakistan. Pompeo, Cesare e Augusto furono ispirati dal suo personaggio. Cercarono a lungo di replicarne i modi e le soluzioni, di possederne monumenti e statue a lui dedicate. Alessandro raggiunse terre e mondi all’epoca sconosciuti. Creò ponti di conoscenza tra civiltà differenti. Ed è stato esattamente questa probabilmente la chiave dell’ottima resa della mostra al MANN: riuscire a raccontare l’esistenza di un uomo che non fu soltanto un condottiero in guerra, ma anche un personaggio storico che provò a garantire la pace e l’unione tra i popoli che annetteva, avventura dopo avventura.
Testo e galleria fotografica di Valentina Mazzella: