Tempietto ionico vandalizzato mentre manca la videosorveglianza
Tre milioni di euro disponibili per la manutenzione da oltre due anni
” A quasi quattro mesi dalla visita a sorpresa del ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, che a fine aprile, dopo aver visionato in mia compagnia, alla presenza anche della direttrice regionale dei musei della Campania, Marta Ragozzino e di alcuni funzionari, lo stato di degrado e d’abbandono nel quale versa da tempo il parco della villa Floridiana, ebbe a dichiarare di aver rilevato forti criticità in un sito che per storia e per bellezza merita invece una grande valorizzazione, da un sopralluogo effettuato in data odierna, ho potuto riscontrare che poco o nulla è cambiato. Anzi per certi versi la situazione è peggiorata, dal momento che ignoti vandali hanno di nuovo imbrattato, anche con disegni osceni, il tempietto ionico che era stato di recente restaurato “. A intervenire nuovamente sulla questione è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori, che è sceso in campo più volte, pure con la creazione di una pagina sul social network Facebook, che conta oltre 3.100 iscritti e con il lancio di una petizione online, al fine di ripristinare la piena fruibilità del parco borbonico, all’interno del quale si trova anche il museo delle arti decorative Duca di Martina.
” Passeggiando lungo i viali – puntualizza Capodanno – si continua a osservare la presenza di numerose transenne che, dal 2011, quindi da ben dodici, limitano l’acceso ancora a circa il 30% dei circa 24 ettari occupati dal parco borbonico. Allo stato peraltro gli unici lavori in corso, iniziati nei giorni scorsi, riguardano i rattoppi per riempiere le numerose buche presenti lungo i viali, rattoppi eseguiti con una miscela di cemento e sabbia, con effetti, anche estetici, orripilanti. Il tutto nonostante che siano arrivati da tempo cospicui finanziamenti dal Ministero della cultura per i lavori di manutenzione straordinaria da realizzare all’interno del giardino storico al fine di restituirlo integralmente alla fruizione dei frequentatori. Sono infatti disponibili, come ribadito anche nel corso della visita del ministro Sangiuliano, ben tre milioni di euro da oltre due anni e non si comprende perché in tutto questo tempo la direzione regionale dei musei della Campania, alla quale fa capo la gestione del parco, non abbia ancora provveduto a realizzare i lavori necessari, a partire da quelli per la realizzazione di un sistema di videosorveglianza “.
” Un altro problema che affligge la villa Floridiana anche in questo mese di agosto, con la presenza di numerosi turisti – sottolinea Capodanno – è possibile accedere al parco anche dal cancello di via Aniello Falcone, che resta permanentemente chiuso, con gravi disagi non solo per tutti quei napoletani che abitano nella parte bassa del quartiere collinare ma anche per i turisti che potrebbero accedere più facilmente al museo da tale varco “.
” Infine – continua Capodanno – resta il problema di attrezzare idoneamente, in diversi punti, delle aree giochi per bambini. Allo stato c’è solo un’aiuola, peraltro brulla e totalmente esposta al sole, posta nei pressi del giardino delle camelie, dove sono collocati uno scivolo, un’altalena e due cavallucci, davvero pochi per i tanti bambini accompagnati che frequentano villa Floridiana. Al riguardo ho più volte proposto di utilizzare anche gli immobili presenti all’interno della villa, alcuni dei quali liberi mentre altri sono occupati da persone, non si sa a quale titolo, per creare anche una ludoteca, sempre per i bambini, degli spazi per manifestazioni, esposizioni e incontri, punti di ristoro e soprattutto servizi igienici che mancano nel parco, essendo presenti solo nel museo “.
” Pera fortuna – conclude Capodanno – a breve, grazie al ministro Sangiuliano, il parco della villa Floridiana con il museo Duca di Martina, insieme a Castel Sant’Elmo e a San Martino, entrerà a far parte del polo autonomo “Musei nazionali del Vomero”, concretizzando , in tal modo, la sempre declamata, ma mai attuata, vocazione culturale e turistica del Vomero, in un periodo nel quale il quartiere collinare, un tempo noto come “quartiere dei broccoli” per le ampie distese coltivate, poi sostituite da enormi palazzoni con la scempio edilizio effettuato tra gli anni ’50 e ’60, e più di recente afflitto da gravi problemi per la crisi dell’unico settore produttivo, quello del commercio, a seguito della chiusura di quasi tutte le attività storiche del quartiere, sostituite da ristoranti, bar e pizzerie che hanno occupato permanentemente marciapiedi e tratti pedonalizzati con enormi strutture all’aperto, sta vivendo un periodo di grandi trasformazioni alla ricerca di una nuova identità “.