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L’Archivio di Stato di Napoli

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Benvenuti al nuovo appuntamento della rubrica: “π‘΅π’‚π’‘π’π’π’Š π’‚π’π’•π’Šπ’„π’‚: π’”π’•π’π’“π’Šπ’‚, π’‚π’π’†π’…π’…π’π’•π’Š 𝒆 π’„π’–π’“π’Šπ’π’”π’Šπ’•π’‚'”.

 

La piazzetta del Grande Archivio Γ¨ uno slargo che si apre sull’omonima via che da Corso Umberto sale verso Via San Biagio dei Librai. L’Archivio di Stato del Regno di Napoli non solo Γ¨ il custode del piΓΉ importante patrimonio di documenti antichi dell’Italia meridionale, ma Γ¨ anche uno splendido complesso architettonico.

La Carta lapidaria Γ¨ senz’altro il documento piΓΉ raro. Scritto in latino, Γ¨ inciso su ambedue le facce di una lastra di marmo. La raritΓ  di codesta Carta risale all’VIII secolo.

L’edificio che ospita l’Archivio Γ¨ l’antico Monastero dei SS. Severino e Sossio costruito dai frati benedettini. Nel 1799 il palazzo fu trasformato in quartier generale per le truppe “sanfediste”. Solo nel 1845, in occasione del Congresso internazionale degli scienziatiΒ tenutosi a Napoli, si ebbe nello stabile l’inaugurazione dell’Archivio con l’intervento di re Ferdinando II di Borbone.

Sotto il profilo artistico, Γ¨ affascinante il Chiostro del Platano, cosΓ¬ definito per un antico albero che si disse piantato da San Benedetto. Nella piazzetta di fronte all’Archivio sorge la Fontana della Sellaria, detta anche del Pendino, composta da marmi e piperno. Essa Γ¨ caratterizzata da un arco sotto il quale c’Γ¨ una vasca circolare che riceve acqua da mascheroni laterali.

Personalmente sono stato varie volte all‘Archivio e, mediante una semplice procedura d’ingresso, ho potuto godere non solo della bellezza artistica dell’interno, ma visionare anche antichissimi documenti storici. Nel ringraziare tutti coloro che mi seguono, informo che gli articoli riprenderanno a settembre, dopo la pausa estiva.

 

Saluti cordiali e buone vacanze,

Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano d’Arco (NA).

 

 

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