Napoli – Per due fine settimana, la Mostra d’Oltremare di Napoli si è completamente trasformata, diventando un punto di riferimento per tutti coloro che hanno interesse in quella tanto ricercata cultura orientale, di cui ogni tanto se ne trova un pezzo nelle vie più o meno importanti della città. Che si tratti di usanze, di arti marziali, di gastronomia o di rituali, al Festival dell’Oriente ce n’era per tutti i gusti.
L’evento, che occupava i padiglioni 1, 2, 3, 4 e 10 del complesso, ha riscontrato un enorme successo nei weekend dell’11 e del 18 settembre. Avendo più tempo a disposizione, anche i contenuti tra una settimana e l’altra sono cambiati, mantenendo però l’essenza. Andiamo con ordine però partendo dalle usanze, dalla vera e propria cultura dei popoli orientali che tanto affascinano. Gli ospiti erano veramente tanti, ognuno dei quali portava con sé un pezzo della terra orientale. Dall’India alla Cina, passando ovviamente anche per il Giappone, e non solo.
Nel padiglione 4 gran parte dello spazio era dedicato alle arti marziali, con i vari dojo più importanti del territorio napoletano che si sono dati appuntamento per mostrare a tutti i visitatori vari tipi di combattimento. Che fossero con armi quali ad esempio la katana o altri tipi di spade o a mani nude non faceva differenza. Le sessioni erano sia dimostrative sia didattiche, e chi voleva poteva provare ad imparare le mosse basilari gratuitamente.
Infine, per quanto riguarda gastronomia e rituali, lo spazio dedicato a disposizione dei visitatori era veramente esteso. Prima di tutto bisogna sottolineare che anche negli orari di punta, quindi a pranzo o a cena, non si rischiava di finire con i padiglioni che mettevano a disposizione dei veri e propri ristoranti con sovraffollamento ed era possibile consumare il pasto in tutta tranquillità. Tutto ciò permesso anche dalla disponibilità del viale principale ad accesso libero, con un palco centrale di fronte all’anfiteatro della Mostra.
Qui diverse volte al giorno veniva organizzato l’Holi Party, iniziativa che ha riscosso successo soprattutto tra i giovani. Molto semplicemente oltre a musica e intrattenimento, venivano azionati dei cannoni che lanciavano colori in polvere, e si finiva completamente “ricolorati” alla fine, perché ricoperti appunto da colori di vario tipo che lanciati in aria cadevano a mo di pioggia.
In ogni padiglione c’era un palco a seconda della tematica, e durante la giornata c’erano vari tipi di appuntamenti per promuovere tutte le attività di quella particolare zona. Un’organizzazione dunque che ha guardato prima di tutto alla caratterizzazione dello spazio a disposizione, distinguendo un padiglione dall’altro attraverso il vero e proprio contenuto.
Nonostante la grande affluenza e il successo dell’iniziativa, non ci sono stati problemi di viabilità di nessun tipo, grazie agli oltre 30.000 metri quadri di spazio messi a disposizione dei visitatori. Un evento dunque irrinunciabile per gli appassionati di cultura, appunto, orientale, e ottimo anche per coloro che non conoscono quest’altro “mondo” ed hanno voglia di conoscerlo.
L’appuntamento si rinnova al prossimo anno, molto probabilmente sempre a settembre, per la quindicesima edizione. Ancora una volta, Napoli diventa multietnica.