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Intervista al sociologo Alessandro Turchi

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di Paolo Guidone

 

Shizukani tokino, kizuni kurushimu, Murewo kundewa tobanai taka!

Furuki oshiewo tadotte Kokoronomamani konokanashimiwo norikoete

In silenzio soffro i danni del tempo Le aquile non volano a stormi seguendo gli antichi insegnamenti con cuore saldo supero l’oblio…

 

Negli ultimi tempi, la retorica mainstream esorcizza la paura della scomparsa dello status quo dominante creando un “non problema”! Nelle ultime elezioni italiane, ma già nello scorso decennio, si è fatto un gran parlare del “pericolo populista” e dell’ “onda nera” che minaccerebbe le democrazie occidentali.

Allarmi! Allarmi son Fascisti” sarebbe il caso di dire calcando una vecchia canzonetta di Regime.

Purtroppo, non mi meraviglio, come nella migliore delle tradizioni in voga per l’attuale stile retorico, tale tema è stato narrato con superficialità e, un pizzico, di malafede. Si è ricorsi alla figura retorica del Paradosso, per non dire del ridicolo, riesumando flashback del passato o retrolampi (mi si passi una battuta di sovranità linguistica) di cui ormai è sopravvissuto solo un ricordo tra le pagine dei libri di storia. Di colpo si è diventati tutti, o quasi, antifascisti ma in assenza di fascismo.

È vero quanto avalla la sensibilità di ognuno che i Totalitarismi fanno male a chiunque ma, se ciò è vero, risulta sacrosanto (seppur anacronistico) affermare che il Fascismo sta al Comunismo come l’antifascismo sta all’anticomunismo. In caso contrario credo che qualunque narrazione possa risultare sbilanciata…

Il nuovo governo Meloni procede nella sua struttura di governo e nel suo lavoro di gestione di Stato con alcune novità interessanti. Tra questi appare, decisamente, interessante il concetto di Sovranità Alimentare, che rientra nella nuova denominazione del ministero dell’ Agricoltura che oggi diventa: Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste del ministro Francesco Lollobrigida.

Indubbiamente vi è in questo passaggio un’impronta nazional-conservatrice che riprende in forma diverse alcune istanze sovraniste emerse nel decennio precedente. Però ad una analisi più attenta scopriamo che il concetto di sovranità alimentare ha un significato più ampio e trasversale e rientra in un tema del diritto dei popoli di gestire le proprie risorse alimentari avendo come fine primario l’esigenza delle persone sulla base della produzione sostenibile rispettosa delle economie locale e attenta a correggere le distorsioni di una economia basata sulle multinazionali.  Tutto ciò è senza dubbio compatibile con una narrazione nazional-conservatrice.

Tale, interessante, narrazione necessita, però, di una esatta declinazione: tali sono le peculiarità in esame da meritare i giusti interlocutori per essere ben approfondite.

Tali contenuti contribuiscono ad inquadrare, in modo rigoroso, lo stato di fatto di una società, la nostra, che viviamo epidermicamente. A supporto delle nostre tesi di studio, il Talebano e noi Talebani sensibili al comunitarismo, abbiamo deciso di confrontarci con un interlocutore di elevato spessore, un esperto del settore: il dottore Alessandro Turchi.

Dottore Turchi, Le diamo il BENVENUTO: siamo onorati di questo confronto dedicato alla riflessione ragionata e al libero pensiero

Alessandro Turchi è Dirigente dell’Istituto Agrario di Salerno PROFAgri, tra gli istituti più importanti dell’Italia del Sud, ha ricoperto numerosi incarichi di livello importante come l’ultimo in corso presso il CRAA (Centro Ricerche Applicate all’Agricoltura) Azienda IMPROSTA dove, come rappresentante della Regione Campania, ricopre il ruolo di  Consigliere Delegato alla formazione, ai rapporti con le istituzioni scolastiche, all’innovazione ed all’agricoltura 4.0 dal 1 agosto 2022.

 

Il Dirigente Alessandro Turchi è anche Sociologo, giornalista e attento osservatore delle dinamiche sociali contemporanee. Interessanti sono i suoi interventi sui vari mezzi di comunicazione in merito ad importanti tematiche sempre attuali.

 

 

Dottore Turchi, Il tema della sovranità alimentare ha suscitato un ampio dibattito con l’insediamento del governo Meloni. La Politica, si sa genera sempre diatribe. Ma oltre queste dinamiche da Stadio, cosa è la sovranità alimentare e come funziona in Italia?

Alla domanda su come funziona in Italia la sovranità alimentare ovviamente, non si può ancora rispondere in modo esaustivo, visto che l’attuale Governo è in carica da pochi mesi ed è stato impegnato su vari fronti. Il tema è affascinante, oltre che attuale, e la nuova dizione del Ministero dell’agricoltura certamente vuole sollecitare l’attenzione su questo fronte, forse anche in modo da strizzare un occhio agli ambienti più politicamente vicini al tema della sovranità tout court. Chiariamoci subito le idee e ricordiamo che con il concetto di sovranità alimentare non intendiamo la chiusura delle frontiere alla colture e ai cibi che vengono da altre regioni del mondo. Non è, insomma, una forma di autarchia. La sovranità alimentare sta piano piano prendendo piede in varie zone del mondo ed è stata anche riconosciuta a livello internazionale da alcuni stati ed istituzioni. Possiamo definirla la presa di coscienza dei popoli al diritto di consumare  alimenti sani, ma anche coerenti culturalmente, sostenibili e, soprattutto, rispondenti al proprio sistema agricolo e alimentare. Insomma, parliamo della possibilità di dare priorità all’economia locale, al prodotti del mercato interno prima di quelli lontani, all’utilizzo di forme tradizionali di allevamento. Concetti che nr richiamano a loro volta altri, come quello della sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale ma anche sostenibilità economica.  E tutti insieme rappresentano le contraddizioni di un mondo che si dirige verso l’innovazione, con l’utilizzo delle tecnologie in agricoltura 4.0 e nello stesso tempo vuole ritornare  a metodi e cibi tradizionali. Un mondo che vuole la sovranità alimentare ma che nello stesso tempo  propone scenari di globalizzazione, anche alimentare, con mercati aperti ed esportazione ed importazione che, di fatto, hanno eliminato i confini nazionali.

Aggiungiamo alla nostra narrazione un tassello importante nel desiderio, profondo, di condividere e di contribuire a creare libero pensiero. Non al denaro, non all’amore né al cielo come ebbe ad affermare De Andrè. Contro il facilitare della analfabetizzazione funzionale di questa società proviamo a salvarci e a Saltare su un cavallo alato Prima che l’incostanza offuschi lo splendore…

 

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