Napoli – Di altisonanti promesse, soprattutto in previsione delle elezioni, ne abbiamo sentite abbastanza. Parole, fiumi di parole, che scorrono inesorabili per promettere al popolo il cambiamento, di ogni genere, nel senso del grande miglioramento della città. Eppure tra promessa e programma politico c’è una differenza sottilissima. Perché ogni idea politica, in effetti, passa per una promessa. E cosa è una promessa se non un impegno che ci si assume senza ancora, però, realizzarlo? Promessa, come programma politico, è dire rischio. E la differenza tra la promessa e impegno politico la si verifica solo dopo, quando quelle parole ancora non realizzate trovano effettiva concretizzazione nel vissuto cittadino.
Di parole, dicevo, ne abbiamo sentite abbastanza. Promesse di cambiamento strutturale, relativo alla viabilità, al miglioramento dei servizi di trasporto pubblico e delle risorse turistiche. Ma nulla di tutto questo mi è sembrato realizzato, almeno negli ultimi cinque anni. Dopo l’idea della pista ciclabile, incompleta e pericolosa, talvolta ridottasi a pochi stencil di una bicicletta spruzzati qua e la sull’asfalto, tornano le promesse di via Marina e del Lungomare.
Dopo il promesso cambiamento di Via Marina che dovrebbe essere completato entro la prossima primavera, con lavori ancora non cominciati, ecco il nuovo piano di cambiamento per il tratto di Lungomare compreso tra Piazza Vittoria e il Molosiglio, per un valore complessivo di 12 milioni di euro:
1) la sostituzione della pavimentazione attuale in asfalto con una nuova pavimentazione in pietra lavica, scelta frutto di una approfondita, originale e specifica ricerca storica condotta attraverso documenti
inediti, immagini storiche e atti del Comune presenti presso il nostro Archivio storico;
2) l’ampliamento del marciapiede lato edifici, al fine di aumentare lo spazio pubblico per la sosta dei pedoni, regolamentando quello destinato alle occupazioni da parte di bar e ristoranti;
3) la razionalizzazione delle attuali funzioni stradali attraverso la realizzazione di due corsie veicolari, per garantire il transito dei mezzi di soccorso e di quelli autorizzati; la realizzazione di uno spazio da destinare all’uso ciclabile, in coerenza con il tracciato generale della rete cittadina, e la previsione di aree pubbliche di sosta per i pedoni e di aree da destinare all’occupazione da parte di bar, ristoranti e alberghi;
4) la rifunzionalizzazione del sistema di raccolta delle acque di piattaforma e degli impianti fognari, risolvendo le attuali criticità;
5) l’adeguamento e l’implementazione dell’impianto di pubblica illuminazione, attraverso sistemi sostenibili e di risparmio energetico.
Parole, soltanto parole. Il napoletano più che rallegrarsi si chiede il perché di tanti progetti proprio nell’imminenza delle elezioni amministrative 2016. Il napoletano vuole sapere il perché questi progetti siano usciti fuori soltanto ora e non cinque anni fa. Il napoletano grida il cambiamento e, contro di esso, anziché concreti provvedimenti, solo parole, promesse e progetti.