RECENSIONE – “La vita bugiarda degli adulti” è una serieTV amara. Curata dalla regia di Edoardo De Angelis, racconta la storia tratta dall’omonimo romanzo della scrittrice napoletana Elena Ferrante pubblicato nel 2019. L’autrice è già nota al grande pubblico per la saga di successo de “L’amica geniale”. “La vita bugiarda degli adulti” non regge il confronto se paragonata al cavallo di battaglia della Ferrante, ma tutto sommato si difende bene. Può essere considerata un’opera minore della stessa penna, un lavoro che non manca di strappare ugualmente emozioni e riflessioni ai lettori e agli spettatori.
La serie è un prodotto Netflix disponibile sulla piattaforma dal 4 gennaio 2023. Dopo un’incredibile campagna pubblicitaria, è stata a lungo nella TopTen dei titoli più visti. La trama è apparentemente inconcludente. Racconta uno spaccato. La protagonista è un’adolescente, Giovanna, che si prepara a crescere. Si addentra nel mondo degli adulti scoprendo una vita spesso sporca di ipocrisie, ombre e menzogne. La storia si svolge a Napoli. Elena Ferrante e la serieTV di De Angelis ricostruiscono perfettamente la dualità della città partenopea divisa in due. Da una parte i quartieri ricchi e benestanti. Dall’altra le zone periferiche abbandonate a se stesse, dove “i posti sembrano sporchi, ma in realtà sono solo poveri perché tutto profuma di detersivo anche nei pressi delle fogne”.
Giovanna è figlia di una famiglia borghese del Vomero con amicizie a Posillipo. La sua quotidianità cambia quando decide di incontrare zia Vittoria, la sorella del padre che vive a Poggioreale e ha litigato con i suoi genitori. Le vicende sono ambientate negli anni Novanta, sebbene spesso abbigliamento, tagli di capelli, oggetti e atmosfere sembrano evocare molto di più gli anni Settanta o Ottanta. La fotografia e il montaggio sono notevoli, le panoramiche della città sempre mozzafiato. I sei episodi della serie sono arricchiti da una vasta scelta musicale che propone numerose canzoni del passato che allo spettatore può far piacere riascoltare.
Giordana Marengo nei panni di Giovanna ha vissuto il suo esordio artistico. Nonostante l’interpretazione spesso acerba, possiamo tuttavia promuovere la sua performance. Valeria Golino (zia Vittoria) e Alessandro Preziosi (Andrea, il padre di Giovanna) sono stati lodevoli nei loro ruoli. Stonava purtroppo solo la resa del dialetto. Sebbene entrambi siano napoletani, i loro dialoghi sembravano avere un accento tutt’altro che partenopeo. Dispiace soprattutto per l’interpretazione della Golino, eccezionale nel suo modo di costruire un personaggio unico, caratteristico, riconoscibile attraverso la postura, la mimica, lo sguardo, la camminata. Un’attrice capace di trasmettere emozioni al pubblico anche quando l’obiettivo ne inquadra soltanto la mano.
Ciò che resta dopo la visione della serie è, come già preannunciato, un senso di amarezza. Quella provata dalla protagonista attraverso i cui occhi guardiamo il mondo che la circonda. Giovanna cerca la verità e scopre quanto ormai noi tutti diamo spesso per scontato. Le persone mentono. Gli adulti raccontano bugie. Tante bugie. Nella storia ideata dalla Ferrante nessuno sfugge a questa regola: nemmeno le persone che amiamo, che ammiriamo e stimiamo. Allora cosa pensare di tutti i rapporti che costruiamo? Cosa pensare delle relazioni d’amore e delle amicizie? Hanno ancora senso? Cosa resta di sincero in questa vita? Cos’è in fondo la verità? “La vita bugiarda degli adulti” regala un messaggio che turba, disorienta e chiede alle coscienze di interrogarsi in cerca di nuove risposte spesso opache.
Di Valentina Mazzella