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“Cado sempre dalle nuvole – Cantare Pasolini”: al Teatro Mercadante l’omaggio al poeta con Mauro Gioia e Claudia Gerini

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Dal profilo Instagram ufficiale del Teatro Stabile di Napoli (@teatrodinapoli).

RECENSIONE“Cado sempre dalle nuvole – Cantare Pasolini” è in scena al Teatro Mercadante di Napoli fino al 29 gennaio. Lo spettacolo nasce da un progetto di Mauro Gioia che si esibisce sul palco con Claudia Gerini, sotto la regia di Francesco Saponaro. L’opera è composta da un unico atto a cura del drammaturgo Igor Esposito e si rivela un interessante omaggio a Pierpaolo Pasolini. Poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, attore, drammaturgo e un intellettuale tra i più importanti del Novecento italiano: Pasolini è stato a tutti gli effetti una figura poliedrica. 

“Cado sempre dalle nuvole – Cantare Pasolini” sceglie di celebrarne la memoria spolverando un’altra arte in cui il poeta si dilettò: la musica. Mauro Gioia e Claudia Gerini cantano, ballano e recitano in una lodevole performance in cui sono accompagnati dagli ammirevoli musicisti Francesca De Filippis, Monia Massa, Annamaria Puggioni e Alberto Toccaceli, sotto l’impeccabile direzione musicale di Giuseppe Burgarella che suona il pianoforte. Uno spettacolo-concerto grazie al quale il pubblico può ascoltare otto canzoni scritte da Pierpaolo Pasolini, tra poesia e cinema. Alcune musicate al tempo anche dal grande Domenico Modugno.

“Cado sempre dalle nuvole – Cantare Pasolini” non è un’opera adatta a chi è del tutto a digiuno dell’eredità del poeta. Per coglierne la raffinatezza nei riferimenti bisogna conoscere il patrimonio culturale che Pasolini ci ha lasciato: aver letto qualcosa di suo, aver visto uno dei suoi film o aver almeno ascoltato una sua intervista. Tra un’esibizione canora e l’altra, la critica alla società degli anni Sessanta, quella alle prese con il capitalismo, il consumismo e i valori piccolo-borghesi. Spunti fecondi per delle riflessioni sempre attuali. Chiude lo spettacolo la canzone “Una storia sbagliata”, scritta da Fabrizio De André nel 1995 per raccontare l’assassinio di Pasolini nel 1975. Un evento amaro e doloroso evocato con eleganza struggente che strappa agli spettatori sentiti applausi di commozione.

Di Valentina Mazzella

 

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