RECENSIONE – A distanza di quarant’anni il Vaticano apre finalmente un’inchiesta sul caso Emanuela Orlandi. La notizia ha riscosso grandissima risonanza per un duplice motivo. In primis per l’annuncio a distanza di pochissimi giorni della morte del Papa emerito Benedetto XVI. Dall’altra parte per l’incredibile successo che la docu-serie “Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi” ha raggiunto negli ultimi mesi riportando all’attenzione mediatica un caso di cronaca italiana mai del tutto dimenticato. Per qualcuno, infatti, è stata un’occasione per conoscere una vicenda vecchia di quattro decenni. Molti altri, invece, non hanno mai smesso di ricordare Emanuela, spesso menzionata ad esempio in programmi televisivi come “Chi l’ha visto?”.
“Vatican Girl” è un prodotto Netflix la cui regia è stata curata da Mark Lewis. Distribuita on demand da ottobre, la docu-serie si sviluppa in quattro episodi. Fin dalle prime settimane ha raccolto tantissimi spettatori per il modo preciso e coinvolgente con cui racconta i fatti. Ricostruisce innanzitutto la scomparsa di Emanuela nel pomeriggio del 22 giugno del 1983. Il 7 maggio, in circostanze abbastanza analoghe, era scomparsa a Roma un’altra adolescente, Mirella Gregori. Le due ragazze avevano entrambi quindici anni e non sono mai state ritrovate. Mirella era italiana; Emanuela invece cittadina vaticana e questo dettaglio, senza precedenti nella storia, sollevò subito parecchia polvere.
“Vatican Girl” offre la testimonianza e la denuncia a gran voce dei familiari di Emanuela: la narrazione del fratello Pietro e quella delle sorelle Natalina, Federica e Maria Cristina che a distanza di quarant’anni non si sono mai arresi. Con perseveranza e detonazione, ancora oggi cercano ed esigono la verità. La docu-serie propone inoltre diverse interviste inedite a giornalisti, periti delle indagini, della giustizia e ad altri personaggi più o meno loschi legati alla vicenda. Il tutto arricchito con un ottimo repertorio degli archivi degli inquirenti e della televisione dell’epoca.
Terrorismo internazionale, mafia, affari con la Banda della Magliana, depistaggio, corruzione nel Vaticano, pedofilia, riciclaggio di denaro sporco, alti prelati coinvolti in festini a base di sesso e droga: le piste indagate sono diverse e tutte approfondite. “Vatican Girl” non nasconde una certa dose di toni anticattolici che trovano – ovviamente e purtroppo – terreno molto fertile. Dal canto suo la Chiesa, infatti – come istituzione -, non ha mai agito per andare incontro alle richieste legittime della famiglia Orlandi collaborando con la giustizia italiana. Una miniserie interessante e molto attuale che permette di conoscere meglio uno spaccato di storia italiana. Allo stesso tempo è soprattutto un buon riassunto che, alla vigilia della nuovissima inchiesta, concede a chi lo desidera di essere informato su uno dei misteri più confusi della cronaca contemporanea.
Di Valentina Mazzella