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Teatro Mercadante, l’Otello al femminile che capovolge l’uso elisabettiano

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Foto dal profilo Instagram ufficiale del Teatro Stabile di Napoli (@teatrodiNapoli).

RECENSIONE – È meglio aver la certezza di un tradimento o esser tormentati dal dubbio? Non sarebbe meglio se le persone fossero veramente come appaiono? La celebre opera shakespeariana “Otello” è stata in scena al Teatro Mercadante di Napoli dal 6 all’11 dicembre con grande soddisfazione del pubblico. La regia è stata curata magistralmente da Andrea Baracco, lavorando con l’ottimo adattamento della drammaturga Letizia Russo.

Ciò che salta subito all’occhio è, sul palco, la presenza unicamente di attrici donne: Valentina Acca, Verdiana Costanzo, Francesca Farcomeni, Federica Fracassi, Federica Fresco, Ilaria Genatiempo, Viola Marietti e Cristiana Tramparulo. Un lodevole cast tutto al femminile che è espressione di una scelta ben precisa. L’intenzione – apertamente dichiarata – è stata quella di capovolgere uno standard in uso durante l’epoca elisabettiana, quando al teatro potevano recitare soltanto gli uomini. In quel periodo anche i ruoli femminili venivano interpretati dagli attori maschi.

Dal profilo Instagram ufficiale del Teatro Stabile di Napoli (@teatrodinapoli).

Lo spettacolo sfrutta una scenografia minimalista arricchita da un saggio uso del sonoro e delle luci. I costumi di scena, studiati da Graziella Pepe, sono abiti semplici, moderni. L’immaginazione non ha bisogno dei vestiti e degli arredi storici per cogliere la vera essenza di una storia senza epoca che parla, a distanza di secoli, a tutte le generazioni. La trama rivela una conoscenza minuziosa del genere umano e delle sue molteplici sfaccettature. Suggerisce agli spettatori miriadi di spunti di riflessione e attinge a piene mani dalla poesia.

L’attenzione è catturata appieno dalla performance delle interpreti che, con successo, portano in scena amore, rabbia, gelosia, invidia, pazzia, odio, tradimento, manipolazione, tormento.Tutti i temi portanti della tragedia che William Shakespeare scrisse all’inizio del XVII, ma che dimostra ancora oggi di essere di grande attualità. Un’opera immortale il cui valore non viene opacizzato dallo scorrere del tempo.

Di Valentina Mazzella

 

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