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Due ecologiste lanciano una zuppa contro i “Girasoli” di Van Gogh: l’attivismo ignorante contro il patrimonio artistico

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LONDRA – Ripetiamolo insieme: commettere atti di vandalismo non è attivismo. Deturpare opere d’arte non è un modo intelligente di protestare. Sono gesti che rappresentano soltanto l’apoteosi dell’ignoranza più becera. Come quella delle due ecologiste militanti che oggi hanno lanciato una zuppa contro i meravigliosi “Girasoli” di Vincent Van Gogh, l’opera esposta alla National Gallery di Londra. Le due attiviste sarebbero coinvolte nella campagna di protesta anti-petrolio “Just Stop Oil”. Il loro scopo era attirare l’attenzione sul tema dell’emergenza climatica, manifestando contro la politica del recente governo di Tory di Liz Truss che sull’argomento avrebbe un po’ indietreggiato.

Nel video diffuso al momento sui social è possibile vedere chiaramente le due ragazze (di 20 e 21 anni) con indosso una t-shirt bianca con la scritta “Just Stop Oil” (“Fermiamo il petrolio ora”). Le attiviste lanciano il contenuto di due barattoli di zuppa di pomodoro o di legumi contro il quadro di Van Gogh. Dopodiché spargono della colla su una mano e cercano di incollarsi alla parete. Mentre alle spalle l’opera è imbrattata di arancione, si fanno riprendere brandendo le confezioni aperte della zuppa. Si legge bene anche il brand: HEINZ ringrazia per l’opera di marketing pubblicitario. Phoebe Plummer, una delle due, ha gridato: “Cosa vi interessa di più? L’arte o la vita? Siete più interessati a proteggere un dipinto o il pianeta?”. Al loro cospetto, in prima fila, alcuni presenti che fotografano con piglio professionista. Da approfondire è se si sia trattato per davvero solo di turisti o se la stampa fosse stata avvisata di un reato così grave. Garantire il silenzio in nome di uno scoop rende complici e costituisce altrettanto un reato.

Si resta in attesa di ulteriori dettagli, ma al momento pare che i “Girasoli” siano in salvo perché protetti da un vetro. Ma se così non fosse stato? La cornice presenta ad esempio dei “danni minori”. La polizia metropolitana di Londra è sopraggiunta il prima possibile. Le due ragazze sono state arrestate per “danni aggravati” e “deterioramento”. L’opera esposta alla National Gallery è una delle cinque versioni dello stesso tema dipinte da Van Gogh. Risale al 1888 e si stima che il suo valore ammonti a 86 milioni di euro. Se non ci fosse stato il vetro, le due teppiste non avrebbero fatto attivismo. Avrebbero creato un’enorme spesa economica da affrontare per il restauro. Il fatto che l’opera non sia stata danneggiata rende il loro gesto meno grave? Al solo pensiero delle innumerevoli opere artistiche vulnerabili conservate nei musei, si accappona la pelle. Soprattutto all’idea che qualcuno possa emulare queste inconcludenti azioni scellerate.

Non possiamo, infatti, non menzionare e ricordare i precedenti. Il 29 maggio del 2022 due vandali (uno dei quali si era addirittura finto paralitico su una sedia a rotelle) hanno lanciato una torta contro la “Gioconda” di Leonardo Da Vinci custodita al Louvre di Parigi. Il 22 luglio di quest’anno, invece, due giovani hanno incollato le mani al vetro che protegge la “Primavera” di Sandro Botticelli presso la Galleria degli Uffizi in Firenze. In entrambi gli episodi i responsabili erano degli ambientalisti radicali e fortunatamente le opere sono rimaste illese e integre. Tuttavia quest’ultima condizione continua a non giustificare il gesto.

Cos’hanno ottenuto in questo modo? Hanno attirato l’attenzione sull’argomento, va bene. Ma con quali conseguenze? Hanno sensibilizzato qualcuno? No. I governi e le multinazionali cambieranno idea perché delle “pischelle ignoranti” minacciano l’arte nei musei? No. Di questo passo i luoghi di cultura dovranno perquisire i visitatori all’ingresso per il pericolo di pochi esibizionisti matti. Premessa: il problema dell’emergenza climatica è serio. Non va assolutamente sminuito. Ma il deturpare il patrimonio artistico e culturale non è assolutamente funzionale alla causa. Rivela unicamente l’asinità e la rozzezza abissali e scandalose di certi militanti e in più attira il disprezzo da parte dell’opinione pubblica per certe frange ecologiste radicali e fondamentaliste.

Di Valentina Mazzella

 

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