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A cena con gli artisti di cchiúArt, una serata tra arte e degustazione

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POMIGLIANO D’ARCO – Quella di sabato 1° ottobre è stata una squisita serata all’insegna dell’arte e dei sapori grazie alla Cena con gli artisti organizzata dal collettivo cchiúArt presso la Masseria Castello di Pomigliano d’Arco (NA). L’iniziativa è stata promossa per offrire al pubblico un’esperienza avvolgente in cui la passione per le opere artistiche e il gusto per la buona cucina potessero amalgamarsi in un connubio felice. L’evento è stato presentato dalla meticolosa mediazione del Dottor Marco Fiore, demoetnoantropologo, fondatore dell’associazione culturale “Oltre i resti” e autore di diversi testi.

Foto di una sala prima dell’evento.

Negli ambienti della deliziosa Masseria Castello i presenti hanno apprezzato le opere del collettivo le quali appartengono a una collezione unica, quella del progetto “SOS Pace” inaugurato nel 2019 e da allora in progressiva crescita. I tavoli erano abbelliti dalle opere in ceramica di Laura Correale, “Le zoccole”: dei simpatici topolini lavorati a mano, ciascuno diverso dagli altri e con un personale guizzo quasi antropomorfo. Della stessa artista in esposizione c’era anche “Repopulation”, una collezione di piccoli animali della fattoria realizzati sempre in ceramica, con perizia e giovialità. Ogni pezzo sembra raccontare una storia unica allo sguardo di chi osserva.

“Repopulation” di Laura Correale.

Esposte in sala le inconfondibili fotografie di Antonio Mercadante ricche di linee, figure geometriche e punti di fuga che l’artista riesce sempre a individuare negli spazi circostanti con un occhio attento. L’esecuzione delle sue opere è curatissima nel momento preciso dello scatto. Non sfrutta invasivi interventi post-produzione e regala ai visitatori immagini di forte impatto visivo.

In foto un’opera di Antonio Mercadante.

Sulle pareti anche le opere dell’artista Angela Sodano che ama riflettere sulla condizione umana, nello specifico sul rapporto tra essere e avere. Lo fa evocando anche la dicotomia tra virtuale e reale che spesso spacca la società odierna, contrapponendo ad esempio la presenza di un dispositivo digitale alla naturalezza di un oggetto comune come una tradizionale sedia in legno. Oppure aggiungendo un’alterazione nello scatto originale per suggerire il modo in cui l’impronta umana cerchi sempre di manipolare ciò che è naturale.

In foto un’opera di Angela Sodano.

Le opere di Manlio De Pasquale immortalano, invece, attimi che appartengono ai viaggi esotici dello stesso artista. Cristallizzano i suoi ricordi. Ad esempio l’esperienza di una traversata su un fiume immerso nella natura più selvatica e incolta oppure l’immagine di un monaco buddista (in “The monk”) alle prese con una tenda. Scatti in cui il tempo si ferma. In essi i colori accesi sono protagonisti incontrastati insieme alle simmetrie e al richiamo del fascino di terre lontane.

In foto “The Monk” di Manlio De Pasquale.

Nella società della frenesia in cui la velocità è una qualità di prim’ordine, Carla Merone con le sue opere rammenta a tutti il valore della ricerca lenta. L’artista realizza opere uniche componendo le stesse tele con materiali di scarto e di riciclo a cui dona una nuova vita attraverso l’arte. Tuttavia non sempre la selezione del tessuto o del materiale giusto avviene in tempi brevi. Alle volte può capitare di attendere, anche anni. Quando però l’ispirazione indica l’elemento ideale che mancava, i risultati a opera conclusa sono quelli l’artista chiama “paesaggi interiori” o/e “paesaggi mentali”. 

In foto un’opera di Carla Merone.

Non potevano mancare all’appello naturalmente alcune opere di Christophe Mourey, direttore artistico del collettivo cchiúArt. In primis due dei suoi innumerevoli disegni che omaggiano Napoli: un ritratto di Totò, Principe del Sorriso, e la raffigurazione di uno dei tanti vicoli della città partenopea caratterizzati dai pittoreschi “panni stesi”. Entrambe le opere sono state realizzate con l’uso dell’inchiostro e dei pennarelli, tecnica che contraddistingue i disegni di Mourey. A seguire in sala due gruppi di sculture in legno colorate con degli acrilici in formula spray. Da un lato tre busti con scritte significative, dall’altra parte la raffigurazione di quattro individui in piedi: una rappresentazione silente della forza e del coraggio che non si piegano alle brutture della vita e agli ostacoli della realtà.

In foto alcune sculture in legno di Christophe Mourey.

In esposizione inoltre un eccentrico quadro di Delia Ferreri, dal titolo “RiflettiMi”, che cattura l’attenzione del pubblico con il suo irriverente stile pop. Seduce soprattutto grazie ai colori vivaci e al richiamo alla comunicazione del mondo dei fumetti. Sulle pareti poi la suggestiva opera in bianco e nero di Giuseppe D’Errico, intitolata “Hope”, che regala al pubblico una fotografia di grande magnetismo.

In foto “RiflettiMi” di Delia Ferreri.

Esposta all’evento anche un’opera di Enza Martinisi che raccoglie scatti sulla natura con grande predilezione per i dettagli autentici della terra. In ultimo un ritratto di Richard Brachais che in “Volto della pace” dona per l’appunto alla pace il viso angelico di una donna dagli occhi blu, un viso a tratti contrito per un dolore.

“Volto della pace” di Richard Brachais.

Il collettivo di arte contemporanea cchiúArt riesce ogni volta a sorprendere gli ospiti. In questa occasione speciale ha approfittato dell’evento per brindare con il pubblico a un nuovo recente traguardo raggiunto. Il gruppo ha, infatti, vinto la XIII edizione del “The Grand Award to Excellence tra le parole e l’infinito e Labore Civitatis”. Il Premio, patrocinato dal Comune di Napoli, è stato consegnato agli artisti del collettivo lo scorso 17 settembre presso la Basilica Reale Pontificia di San Francesco da Paola in Piazza Plebiscito a Napoli. È uno dei tanti riconoscimenti che celebra il valore artistico di questo gruppo di creativi che da anni si impegna e si reinventa sul territorio per promuovere l’arte e la bellezza. Ogni volta con un’iniziativa diversa, ma sempre con passione, dedizione e carisma.

Testo e galleria fotografica di Valentina Mazzella:

“Hope” di Giuseppe D’Errico.
In foto un’opera di Enza Martinisi.
Opera di Manlio De Pasquale.
In foto un’opera di Carla Merone.
In foto opera di Angela Sodano.
In foto alcune opere di Antonio Mercadante.
In foto una de “Le zoccole” di Laura Correale, disposta sul tavolo per abbellire il servizio.
Disegno di Christophe Mourey.
Sculture di Christophe Mourey.
Disegno di Christophe Mourey.

 

 

 

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