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“Il coperchio del mare” di Banana Yoshimoto, una lettura cristallina come l’acqua

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Rubrica estiva: “UN LIBRO IN SPIAGGIA” ⛱️

 

RECENSIONE – Se dovessimo descrivere “Il coperchio del mare” (Feltrinelli Editore, 2007) di Banana Yoshimoto con un’immagine, sicuramente dovremmo pensare a due mani congiunte che, immerse in dell’acqua cristallina, provano a raccoglierne un po’. L’acqua però, trasparente e fresca, scivola tra le dite fino a gocciolare via… È esattamente questa la sensazione nel leggere questo romanzo breve, dalla scrittura semplice ed evocativa.

Racconta la storia di Mari che, dopo la laurea, sceglie di tornare a vivere presso il suo paese natale. La giovane si lascia alle spalle i ritmi frenetici della città per abbracciare una vita dai tempi più dilatati in un luogo in riva al mare. Qui apre un piccolo chiosco di granite. Un scelta narrativa dettata dalla passione che la Yoshimoto ha scoperto durante un suo viaggio in Sicilia. La madre di Mari decide di ospitare per l’estate Hajime, la figlia di una cara amica. La ragazzina sta attraversando un periodo difficile: ha da poco perso la nonna ed è sfigurata nel volto e nel corpo sin dall’infanzia a causa di un incendio. Mari ha un carattere molto forte, Hajime è molto fragile. Le due inizieranno a trascorrere molto tempo insieme suggellando un tacito sodalizio tra donne. 

Foto di Banana Yoshimoto.

Sullo sfondo forse il vero protagonista del libro: il mare. Il mare con i suoi pesci e i suoi coralli. Il mare che alimenta i pensieri e le aspettative di Mari e Hajime. Il mare che dà loro sollievo dopo le delusioni, restituendo speranza al futuro. Soprattutto il mare che le due donne imparano a salutare alla fine dell’estate, quando durante l’ultima nuotata ti volti verso la riva e guardi la spiaggia. È in quel momento che Mari e Hajime ringraziano il mare per quello che ha offerto loro nei mesi estivi con la promessa di tornare l’anno venturo.

“Il coperchio del mare” è un romanzo delicato, senza suspense o troppi colpi di scena. La trama è lineare e con il focus su delle pacate riflessioni sull’esistenza. Niente di troppo celebrale. Ogni tanto, tra le righe, suonano delle note di nostalgia e malinconia, ma la voglia di vivere serenamente e rinascere è più forte. Banana Yoshimoto tratteggia egregiamente le immagini con il suo inconfondibile stile. Una lettura ottima per rilassarsi tra un romanzo più impegnativo e l’altro, senza rinunciare al piacere di porsi domande e meditare con leggerezza sulla quotidianità.

 

 

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