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Piero Angela, un caloroso addio al creatore di Quark e Superquark

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TORINO – È venuto oggi a mancare Piero Angela, all’età di 93 anni. L’annuncio su Twitter è stato dato dal figlio Alberto. Una foto del padre con sotto la didascalia: “Buon viaggio papà”. L’Italia resta a bocca aperta di fronte alla perdita di una grandissima colonna portante della divulgazione scientifica. La camera ardente per l’ultimo saluto sarà allestita il 16 agosto presso il Campidoglio dalle ore 11.30. A seguire si terrà un funerale laico. Un addio doloroso per un uomo che indubbiamente, in sessantacinque anni di Rai, ha rappresentato un vero pilastro del servizio pubblico.

Piero Angela era nato a Torino nel 1928. Suo padre era un psichiatra antifascista, nonché un personaggio chiave della Resistenza che salvò decine di ebrei ricoverandoli nella sua clinica di San Maurizio Canavese. Nel 1952, quando era un giovanotto di ventiquattro anni, partecipò a una selezione per collaboratori per entrare nella redazione di una radio di Torino. All’epoca studiava ingegneria al Politecnico, ma la sua più grande passione era la musica. L’ha raccontato una volta in un’intervista di Repubblica. Amava il pianoforte e il jazz. Nel 1948 un professore del Conservatorio gli procuró anche un visto per ascoltare Louis Armstrong a Nizza.

A un certo punto però lasciò il sogno della musica per inseguire il giornalismo. Nel 1968 Fabiano Fabiani lo chiamò a Roma e Angela ebbe così l’opportunità di debuttare in televisione. Divenne corrispondente da Parigi, poi da Bruxelles. Iniziò a condurre il tg delle 13.30, alternandosi con Andrea Barbato. Decisivo per la sua carriera fu un viaggio intrapreso in America dove fu mandato alla Nasa come inviato per seguire la preparazione allo sbarco sulla Luna. Angela rimase così colpito dall’esperienza che, tornato in Italia, chiese di lasciare il telegiornale per dedicarsi alla divulgazione.

Fu in questo momento che nacquero Quark e Superquark, due programmi che, generazione dopo generazione, hanno permesso a milioni di spettatori di avvicinarsi alla scienza. Negli anni gli approfondimenti hanno davvero sondato una molteplicità di argomenti: dalla storia dei dinosauri e ai meccanismi del corpo umano, dal cambiamento climatico alle nuove scoperte delle neuroscienze. In ogni puntata Piero Angela non mancava di invitare nel suo salotto televisivo esperti e divulgatori di alto profilo.

Il tutto sempre con modi garbati, sobrietà e semplicità. Sicuramente per questo in poco tempo Piero Angela è diventato subito una personaggio molto popolare e soprattutto familiare nelle case degli italiani. La sua carriera gli ha permesso di girare per le scuole, ha pubblicato una trentina di libri. Nonostante non avesse mai terminato l’università, ha ricevuto otto lauree honoris causa e innumerevoli premi e riconoscimenti.

Un ricordo molto affettuoso di lui è naturalmente quello della famiglia. Una volta il figlio Alberto aveva raccontato: “Abbiamo fatto tanti viaggi in famiglia, ma le storie più belle erano quelle di papà, le sue avventure: ascoltarlo era un po’ come leggere Salgari. Ha cominciato che non c’era la televisione ed è ancora in prima serata: è un patrimonio”. 

Negli ultimi giorni Piero Angela aveva lasciato un messaggio sul sito web, un ultimo saluto ai telespettatori di sempre: “Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana. Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano.

Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia”. “È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati. A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato. Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio”.

Di Valentina Mazzella

 

 

 

 

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