ROMA – Oltre ad Alemanno, all’interno dell’inchiesta spiccano i nomi di altri volti noti della politica, come Coratti e Patanè, tra le file del PD, nonché Luca Gramazio, consigliere di centrodestra della Regione Lazio.Correva l’anno 1971, quando Carlo Lizzani, dalla sua macchina da presa, dirigeva la magistrale interpretazione di Nino Manfredi nella pellicola «Roma bene», la storia di “persone perbene”, “cittadini al di sopra di ogni sospetto”, che in realtà si rivelano essere grossi malfattori. Una cosa simile, purtroppo, è emersa gli scorsi giorni: a seguito di un’inchiesta condotta dalla magistratura, la forza pubblica ha arrestato ben trentasette persone alle quali ha contestato i reati di associazione di stampo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, e di riciclaggio. La notizia bomba, però, riguarda l’ex sindaco capitolino, Gianni Alemanno, che figura anch’egli come indagato nell’ambito dell’inchiesta condotta dal procuratore Pignatone, sull’intreccio tra mafia e politica. L’ex AN si rivela però fiducioso, dichiarando ai microfoni delle maggiori emittenti televisive che, al più presto, sarà in grado di dimostrare la più totale estraneità ai fatti che gli si contestano. Oltre ad Alemanno, nell’inchiesta appellata «Mafia capitale», ad essere indagati sono altri volti noti della politica, del calibro di Mirko Coratti ed Eugenio Patanè, entrambi del Partito Democratico, e Luca Gramazio, ex capogruppo Pdl in Campidoglio e attuale consigliere regionale del Lazio.Coratti, presidente dell’assemblea capitolina, si è dimessa dal suo incarico, dichiarandosi tuttavia, nella maniera più assoluta, estraneo a quanto è emerso fino a questo momento dalle indagini. Anche l’assessore romano alla Casa, Daniele Ozzimo, nonostante abbia ribadito la sua persona estranea dai fatti, ha deciso di dimettersi dalla carica. L’attuale sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha avallato la sua scelta dichiarando: «Siamo fiduciosi nel lavoro della magistratura. Ci auguriamo sia fatta piena luce su una vicenda inquietante e che sta facendo emergere l’esistenza di un sistema diffuso di illegalità ai danni della città. Questa amministrazione ha improntato il suo lavoro sulla trasparenza. Per questo apprezzo la decisione personale e il coraggio di Daniele Ozzimo che rassegnando le dimissioni, ha agito prima di tutto nell’interesse della città mettendo in secondo piano se stesso.» Fra gli arrestati, inoltre, spiccano anche i nomi di Giovanni Fiscon, direttore generale dell’Ama, l’ex Ad dell’Ente Eur Riccardo Mancini, già noto alla magistratura a causa di precedenti indagini per corruzione condotte a suo carico, l’ex ad di Ama Franco Panzironi, plurinquisito per lo scandalo di Parentopoli e, per finire, l’ex capo della polizia provinciale Luca Odevaine. Giuseppe Pignatone, procuratore capo della capitale, si è dichiarato soddisfatto del lavoro condotto fino a questo momento ma, purtroppo, deluso per la presenza della criminalità organizzata a Roma, di una mafia che: «dimostra originalità e originarietà.»
di Paolo Leardi