CORSICA – “Piove sempre sul bagnato”: mai ci fu forse proverbio più saggio. In un periodo così critico per l’Occidente come quello attuale, con i riflettori tutti accesi sulla guerra in Ucraina, nel cuore del Mediterraneo si assiste ad altri tumulti indipendentisti. Non se parla molto, ma da oltre una settimana la Corsica è teatro di innumerevoli manifestazioni e proteste violente contro la Francia. Le immagini catturate da chi è sul posto ci mostrano degli scontri particolarmente accesi con le forze dell’ordine. Non mancano i lanci furiosi di bottiglie Molotov.
Per quale motivo? Dobbiamo tornare allo scorso 2 marzo, quando il militante indipendentista corso Yvan Colonna ha subito un’aggressione in carcere. Un episodio che ha contribuito ad acuire vecchie tensioni. La miccia perfetta per far esplodere l’insofferenza e la rabbia di chi sostiene le sue posizioni.
La Corsica, ricordiamo, è la grande isola della Francia nel Mar Mediterraneo, sopra alla nostra Sardegna. Colonna è un pastore diventato militante indipendentista che, già alla fine degli anni Novanta, era stato ricercato e condannato all’ergastolo per concorso in omicidio nell’uccisione del prefetto Claude Erignac del 6 febbraio del 1998. Per questo era detenuto ad Arles, in Provenza, e sottoposto a un regime di sorveglianza speciale con altri due membri del commando.
Il 2 marzo pare che il detenuto camerunense Franck Elong Abé (legato al terrorismo jihadista) lo abbia aggredito in una lite scoppiata perché Colonna avrebbe offeso la sua fede islamica. Da quanto riporta Il Post, sembra che adesso l’uomo si trovi in gravissime condizioni presso un ospedale di Marsiglia. Gli indipendentisti corsi sosterrebbero che la polizia carceraria di Arles non abbia difeso Colonna in maniera adeguata. Non solo: l’uomo sarebbe stato soccorso dopo otto minuti, nonostante la sorveglianza continua.
Il rapporto già precario tra il Governo francese e gli indipendentisti corsi ha per questo avuto un accelerato tracollo. Il Primo Ministro Jean Castex ha revocare il regime di sorveglianza speciale ai prigionieri e la scelta ha acceso i bollenti spiriti poiché giudicata troppo in ritardo. Gli indipendentisti hanno assaltato il Palazzo di Giustizia di Ajaccio e la Prefettura di Bastia. Una parte della popolazione corsa considera Colonna un “prigioniero politico”. La stessa porzione di cittadini che ha aspirazioni separatiste e desidera l’indipendenza della Corsica dalla Francia. Proseguono le manifestazioni tumultuose in cui i Corsi sfilano con grandi manifesti su cui si legge “Statu Francese Assassinu”.
Il Presidente del Consiglio Esecutivo Corsi Gilles Simeoni, a capo di una coalizione nazionalista, ha dichiarato: “Questo è il culmine di una lotta condotta per diversi anni grazie all’Assemblea della Corsica, alla società corsa, all’impegno delle associazioni di difesa dei prigionieri e, negli ultimi giorni, alle mobilitazioni portate avanti principalmente dai giovani”. Come in altri angoli di Europa, si infrange il sogno di pace e cosmopolitismo del secolo scorso.
Di Valentina Mazzella