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La fiaba Γ¨ nata a Napoli

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Benvenuti all’appuntamento con laΒ  rubrica “π‘΅π’‚π’‘π’π’π’Š π’‚π’π’•π’Šπ’„π’‚: π’”π’•π’π’“π’Šπ’‚, π’‚π’π’†π’…π’…π’π’•π’Š 𝒆 π’„π’–π’“π’Šπ’π’”π’Šπ’•π’‚'”.

In questo periodo natalizio, tra il Grinch e Babbo Natale, tra elfi e renne volanti, ci troviamo a vivere in una realtΓ  fiabesca; ma che cos’Γ¨ una fiaba?

La fiaba Γ¨ un racconto di meraviglie e di magie in cui agiscono esseri soprannaturali (fate, streghe, orchi, ecc…) e sono presenti anche oggetti magici (anelli, specchi, palazzi incantati).

La fiaba non nasce con i libri, ma dalla tradizione orale; infatti, affonda le sue origini in epoche lontanissime, assai prima della comparsa della scrittura.

La parola “fiaba” derivante dal latino “flaba” da fabula (narrazione), viene collegata ai fratelli Grimm, a Perreault, e ad Hans e Christian Andersen.

L’ideatore di questo modello narrativo, invece, fu un napoletano: Giambattista Basile, pseudonimo anagrammatico di Gian Alessio Abbattutis, letterato e scrittore, nato a Napoli nel 1575.

Fu lui per primo a scrivere Cenerentola, La Bella addormentata nel bosco, Il gatto sapiente, con un totale di cinquanta fiabe, di origine popolare, dal titolo “Lo cunto de li cunti, ovvero, lo tratteneimento dei peccerilli” raccontate nel corso di cinque giornate, da cui il titolo postumo de “Il Pentamerone”, redatto completamente in lingua napoletana.

Il grande filosofo Benedetto Croce ebbe a dire a proposito del libro “Il piΓΉ antico, il piΓΉ ricco e il piΓΉ artistico tra tutti i libri di fiabe popolari Γ¨ senz’altro quello di Giambattista Basile”.

Saluti cordiali!

Pino Spera, Responsabile della Sezione Storia della Biblioteca I Care, Pomigliano d’Arco.

Β 

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