POMIGLIANO D’ARCO – “Mario non può essersi suicidato”. Non può essere vera l’ipotesi accreditata dalla polizia colombiana: ne sono convinti i genitori che Mario, il figlio, lo conoscevano bene e sostengono che non si sarebbe mai prestato a un simile gesto estremo. Parliamo dei genitori di Mario Paciolla che restano in silenzio in attesa dello svolgimento delle indagini, ma non cessano di chiedere la verità. Martedì 23 novembre 2021 alle ore 18:30 saranno ospiti presso il Centro Giorgio La Pira di Pomigliano d’Arco (in via Terracciano, 240) con Feliciano Pipola e Ciro Marino per conservare alta l’attenzione pubblica sul caso.
Ma facciamo un passo indietro: chi è Mario Paciolla? I giornali e i social-media ne parlano spesso, ma non abbastanza. Continuare a raccontarne la storia fino a quando il mistero non sarà svelato è fondamentale: si tratta di un giovane napoletano di 33 anni che era in Colombia come cooperante delle Nazioni Unite. Era osservatore per il rispetto degli accordi di pace tra il governo locale e le Forze armate rivoluzionarie della Colombia. Era laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Napoli e lavorava all’estero dal 2018. Conosceva bene il territorio e scriveva anche articoli di geopolitica sotto lo pseudonimo di Astolfo Bergman. Una vita davanti, sogni, ambizioni, progetti. Poi il 15 luglio del 2020 il suo corpo è stato ritrovato esamine nella sua casa di San Vicente del Caguán.
Da quel tragico giorno si è aperta una profonda ferita nei genitori e un insopportabile bivio nelle indagini per spiegare l’accaduto. Come già detto, la polizia colombiana sostiene che il giovane si si sia suicidato a causa di una fuga di notizie capaci di portare alle dimissioni il Ministro della Difesa del governo colombiano. Tuttavia questa versione dei fatti non ha mai convinto i genitori. Mario non l’avrebbe fatto, è stato assassinato: è la tesi che sostengono con fermezza. Il rientro del giovane in Italia era previsto per il 20 luglio 2020, di lì a poco, ma negli ultimi giorni Paciolla non aveva nascosto di avere dei timori per la propria vita. Come se non bastasse, dall’autopsia eseguita in Italia risulta che i segni sul corpo del giovane non siano compatibili con quelli di un’impiccagione.
Attorno alla vicenda è lampante che aleggi un forte clima di omertà. La madre spiega che la Procura trattiene un grande riserbo sull’inchiesta. Lei e suo marito però non vogliono assolutamente che la vicenda precipiti nell’oblio. Per questo è necessario “fare rete” e conservare accesi i riflettori. Non a caso proprio lo scorso 19 novembre il programma “Le Iene” ha trasmesso un servizio televisivo. Ne ha parlato anche il noto scrittore Roberto Saviano che, in un messaggio inviato ai genitori, ha definito Mario Paciolla “un creatore di futuro”. Il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha sollecitato la collaborazione delle autorità colombiane. Si resta dunque in vigile attesa e nel frattempo ci si stringe con calore attorno a questi due coraggiosi genitori che si ripromettono di smuovere mare e monti per ottenere verità e giustizia per il figlio, Mario Paciolla.
Di Valentina Mazzella