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Omicidio Ercolano: Palumbo chiede scusa

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Esplosi 11 colpi. Per Procura, voleva uccidere

Vincenzo Palumbo chiede scusa, non voleva uccidere. E’ profondamente addolorato. A parlare per lui e’ stato il suo avvocato d’ufficio Francesco Pepe.

L’autotrasportatore, 53 anni, proprietario di una villetta in via Marsiglia alla periferia di Ercolano due sere fa ha esploso diversi colpi di arma da fuoco con una pistola legalmente detenuta, uccidendo Giuseppe Fusella 26 anni e Tullio Pagliaro, 27 anni, incensurati di Portici. Credeva fossero ladri. I due ragazzi erano in auto. Chiacchieravano dopo una serata passata in compagnia con altri amici, forse al termine di una partita di calcetto in uno dei tanti campetti nell’area. Ma dall’altro lato, in una villetta poco distante dal posto in cui avevano parcheggiato la vettura, c’era chi li spiava perchè era convinto che quei due fossero li’ per rubare. A settembre Vincenzo Palumbo, autotrasportatore di 53 anni, sposato e con due figli, si era visto portare via la sua auto nuova. Cosi’ ha impugnato la pistola che aveva nel comodino della stanza da letto, e’ sceso in strada e ha fatto fuoco scaricando tutto il caricatore addosso ai due occupanti della macchina ‘sospetta’.

I due giovani sono morti sul colpo. A chiamare i carabinieri e’ stato proprio l’autotrasportatore, dicendo di avere sparato a “due ladri”. Poi la scoperta che le vittime non erano tali, non avevano con loro nemmeno arnesi da scasso.

Per Palumbo, il fermo per duplice omicidio e’ stato emesso dalla procura alle 22:40 di venerdì sera. Dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza acquisite, si legge nella nota degli inquirenti, risulta che tutti i colpi sono stati esplosi mentre l’auto era in movimento e si allontanava dall’abitazione di Palumbo. Nessun elemento acquisito dagli inquirenti permette di ipotizzare che le vittime si trovassero in quel luogo per commettere furti o altro genere di reati contro il patrimonio o la persona. Il pm, prima di procedere al fermo, ha ascoltato a lungo l’autotrasportatore che invece ha raccontato di essere stato svegliato dal suono del sistema d’allarme della sua abitazione, e di aver preso la pistola che ogni notte tiene sotto il letto. L’uomo si e’ precipitato ad affacciarsi al terrazzo e avrebbe visto una persona in fuga all’interno della sua proprietà’. Alle sue grida, questa persona si sarebbe rifugiata nella Fiat bianca che attendeva col motore acceso. Cosi’ Palumbo ha fatto fuoco nonostante la pistola si fosse inceppata all’esplosione del primo. Ma la dinamica dei fatti per numero, sequenze di azioni e colpi esplosi, secondo quanto indicano le indagini, “appare rivelare una condotta intenzionalmente e senza giustificazione rivolta a cagionare la morte violenta dei giovani”.

 

 

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