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“Los Angeles (State of Mind)”: l’arte californiana in mostra al Palazzo Zevallos fino a settembre

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NAPOLI – “Ribalta il mondo di lato e tutto quello che non è fissato finirà a Los Angeles” recita un celebre aforisma di Frank Lloyd Wright scelto non a caso per omaggiare “la città degli angeli” in occasione della mostra temporanea “Los Angeles (State of Mind)” in allestimento presso il Palazzo Zevallos Stigliano in via Toledo fino al 26 settembre 2021. Nell’immaginario collettivo italiano la città della California è innanzitutto la capitale internazionale del cinema e dello star-system grazie, inutile dirlo, alla luccicante Hollywood. Tuttavia, in occasione della summenzionata esposizione, il proposito è mostrare la città di Los Angeles sotto una nuova luce: nella veste di nuova mecca dell’arte contemporanea, come sempre più di frequente viene indicata.

Si è deciso di percorrere l’evoluzione delle sue tendenze artistiche dagli anni Settanta ad oggi in un estroso viaggio durante il quale la città degli angeli è riuscita a sbaragliare e a soffiare il podio negli USA alla vecchia New York. È nel West che a un certo punto gli artisti americani più emarginati e ricchi di inventiva hanno iniziato a emigrare per scardinare di sana pianta le convenzioni e gli schemi che maggiormente imperavano nell’arte della Grande Mela. Nelle Gallerie di Palazzo Zevallos abbiamo l’opportunità di vedere quadri, fotografie, video e composizioni che sono un assaggio di quanto brevemente spiegato.

“The Dog from Pompei” di Allan McCollum.

Apparentemente Los Angeles, con le sue palme e le coste bagnate dall’oceano, sembra essere quanto di più distante esista dall’azzurro del Golfo della nostra Napoli sormontata dal Vesuvio. La mostra riesce nell’intento di evocare la California più classica come nei dipinti di Glen Rubsamen e l’eccentricità degli altri esponenti. Allo stesso tempo scova delle affinità fra le due metropoli inserendosi nella tradizione che già in passato ha portato altre città dell’arte contemporanea a via Toledo: New York 2017, Londra 2018 e Berlino 2019. Per cogliere al massimo il richiamo alla città partenopea consideriamo ad esempio l’installazione “The Dog from Pompei” di Allan McCollum con cui l’autore ha deciso di riprodurre più volte il calco di un cane degli scavi archeologici di Pompei per riflettere sull’unicità e la pluralità delle opere d’arte. Personificazione perfetta del gemellaggio è l’artista napoletano Piero Golia che da molto si è trasferito a Los Angeles. L’esposizione riserva dunque preziose sorprese per i visitatori celebrando ancora una volta Napoli come città cosmopolita capace di comunicare con gli estri più audaci provenienti da tutti i continenti.

Testo e galleria foto di Valentina Mazzella:

“Nixon Library” di Jeffrey Karl Reese Vallance
Sala in allestimento.
Edward Kienhotz: Sandy, Documentation Book for Five Car Stud and the Sawdy Edition 1972.
“Cubweave” di Jim Isermann.
Glen Rubsamen But His Eyes Don’t Smile

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