Ad un uomo che ci ha donato parole di cui pensavamo di non avere bisogno.
A chi ha dato voce all’amore più puro, in tutte le sue sfumature.
A chi ce l’ha saputo spiegare mediante quel Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore / Dalle ossessioni delle tue manie/ Supererò le correnti gravitazionali/ Lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
A chi ha saputo descrivere la nostra povera patria, come nessuno mai.
A chi era di poche parole ma utilizzava sempre quelle giuste.
A chi con la sua musica-poesia ci ha raccolto nei momenti bui e ci ha tenuto per mano in quelli più luminosi.
A chi è entrato nella nostra anima in punta di piedi.
All’arte di saper raccontare.
All’artista, al maestro, all’uomo impossibile da incasellare, da mettere in un genere.
Una volta Battiato in un’intervista disse: “Quando avevo sette anni mi chiedevo già “io chi sono?”. Ecco, Maestro, mi piace pensare che in un futuro prossimo quando dai vinili delle nostre case ritornerà a vivere, a riecheggiare nell’aria, non si debba più chiedere “io chi sono”, perché saremo noi a ricordarglielo.