NAPOLI – Senza parole. Un giorno desolante per la cultura e la città. Chiude il Cinema Arcobaleno in via Carelli, al Vomero. Un importante tassello della storia del quartiere e della metropoli. Vedere le poltrone della platea essere portate via è stato un pugno allo stomaco per tutti. A rimpiazzarlo ci sarà presto uno store cinese. A nulla sono serviti i flash mob e le petizioni organizzate nel disperato tentativo di salvare il salvabile. Il Cinema Arcobaleno era una perla nata alla fine degli anni cinquanta. All’epoca il suo nome era Stadio perché vicino allo stadio Collana in cui si svolgevano le partite del Napoli. Nel gennaio del 2014 il Cinema Arcobaleno fu già purtroppo costretto a chiudere. Tuttavia riuscì poi a riaprire nell’agosto del 2015. A questo giro però è davvero difficile che il miracolo si ripeta una seconda volta.
A tal proposito il presidente del Comitato Valori collinari, Gennaro Capodanno, ha commentato l’accaduto: “Purtroppo, a differenza di quanto avvenuto sei anni fa, questa volta non ci sarà un lieto fine, dopo la battaglia sostenuta dai cittadini. La pandemia ha messo fortemente in crisi il settore e la preoccupazione è che a questa scomparsa ne possano seguire altre. Da mesi si parla anche della possibilità che anche il cinema-teatro Acacia, all’Arenella, potrebbe cambiare destinazione d’uso”.
Si è espresso in merito anche il Presidente della V Municipalità Arenella Vomero Paolo De Luca che ha dichiarato: “Chiude il cinema Arcobaleno e con esso un presidio di cultura e socializzazione radicato nel nostro territorio. Troppo silenzio e misure del tutto inadeguate verso una delle categorie più trascurate dai diversi Dpcm che si sono susseguiti in questi mesi. Nessun coinvolgimento da parte delle istituzioni preposte nella discussione di una progettualità che includesse a pieno titolo cinema, teatri e le centinaia di migliaia di lavoratori del settore“. […] “Dire di essere dispiaciuti ed amareggiati non basta ad esprimere il tumulto di sentimenti che è dentro ciascuno di noi. L’augurio è che, così come accaduto in un recente passato, torni presto ad esserci la possibilità di ‘spegnere le luci in sala’“.
La verità è che la crisi del settore è molto più profonda e radicata. Antecedente anche al problema della stessa pandemia. È una battaglia vecchia ormai di decenni. È iniziata all’inizio degli anni Novanta con l’avvento delle prime multisale che minacciarono la sopravvivenza dei piccoli cinema. Gennaro Capodanno racconta che al Vomero ci fossero otto sale cinematografiche di cui cinque hanno chiuso negli anni scorsi. Il Cinema Arcobaleno è la sesta che si allinea a questo spiacevole trenino. Più di recente c’è stata inoltre la travolgente diffusione di piattaforme di servizi di streaming (da Netflix a Prime Video, Disney Plus e simili) sul cui mercato ormai sono presenti anche prodotti di qualità e produzioni d’autore. Il mantenimento delle sale di proiezione diventa pertanto una difficoltà oggettiva. Motivo per cui Capodanno invoca l’adozione di apposite norme «salva-cinema» capaci di consentire la sopravvivenza di sale storiche tramite specifiche convenzioni. Come del resto accade già in altre città italiane come Bologna e Firenze.
Di Valentina Mazzella