Un hub per la distribuzione dei vaccini in ogni Regione, oltre 28 milioni di dosi entro la fine di marzo, un’indagine sierologica per valutare risposta del vaccino, richiamo dei medici in pensione per la somministrazione
Entra nel dettaglio il piano vaccini che il Commissario per l’Emergenza, Domenico Arcuri, ha illustrato alle Regioni nella riunione convocata dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia. Parallelamente alla campagna di vaccinazione, si avvierà uno screening sierologico su un “campione rappresentativo” di vaccinati “stratificati per area geografica, età, genere e stato di salute” che sarà realizzato dall’Istituto superiore di Sanità. L’indagine, che ha l’obiettivo di valutare la “specificità della risposta immunitaria, sarà eseguita immediatamente “prima della vaccinazione (tempo zero) e a distanza di uno, 6 e 12 mesi”.
Si richiede un immediato coinvolgimento delle Regioni nell’organizzare non solo la logistica per lo stoccaggio, ma anche la somministrazione a livello territoriale. Quest’accelerazione è dovuta anche alla probabilità che l’Agenzia europea per i medicinali conceda una prima autorizzazione all’immissione in commercio già entro la fine dell’anno dei primi vaccini. “Mai come in questo momento – ha sottolineato Boccia – il rapporto di collaborazione con le Regioni e gli enti locali sara’ decisivo nel contrasto al virus”.
In Italia entro il primo trimestre del 2021 sono attese oltre 28 milioni di dosi. E i primi ad essere vaccinati, secondo le tabelle del ministero, dovranno essere 6,5 milioni di italiani: 1.404.037 operatori sanitari e socio sanitari, 570.287 personale e ospiti di Rsa, 4.442.048 anziani sopra gli 80 anni.
Le primissime dosi ad arrivare, a fine gennaio, saranno quelle Pfizer, 3,4 ml di dosi,che necessitano di una catena del freddo estrema, di -70 gradi, saranno consegnate direttamente dall’azienda produttrice nei 300 siti indicati dal governo, ospedali e Rsa, per la prima fase della campagna che riguarderà appunto il personale sanitario e gli anziani nelle residenze, che saranno vaccinati attraverso delle unità mobili. Per le operazioni di vaccinazione, il ministero della Salute ha ipotizzato un coinvolgimento di 20mila persone tra medici, infermieri, assistenti sanitari, operatori socio sanitari, personale amministrativo e anche specializzandi.
L’hub di stoccaggio nazionale, come già spiegato da Arcuri, sarà l’aeroporto militare di Pratica di Mare, dove transiteranno i 202 milioni di dosi in arrivo da gennaio fino al primo trimestre del 2022. Da qui saranno dislocate nei ‘sub-hub’ regionali- probabilmente uno per ognuna delle 20 regioni italiane, anche questi insiti militari– per la somministrazione prevista tra il secondo e terzo trimestre del 2021 quando arriveranno complessivamente 131 milioni di dosi (57 tra aprile e giugno e 74 tra luglio e settembre).
In questa fase verranno utilizzati 1.500 luoghi, indicati dalle Regioni: dei centri vaccinali organizzati ad hoc che potrebbero essere individuati anche in palazzetti, fiere e palestre. Saranno coinvolti anche i medici di medicina generale e i pediatri e, più avanti, anche le farmacie. Vi saranno dei referenti regionali che, dice il ministero della Salute, “risponderanno direttamente alla struttura di coordinamento nazionale e si interfacceranno con gli attori del territorio, quali i Dipartimenti di Prevenzione, per garantire l’implementazione dei piani regionali di vaccinazione e il loro raccordo con il Piano Nazionale di Vaccinazione”.