Home Cronaca Whirlpool: Napoli non si rassegna. Operai in presidio davanti al consolato americano

Whirlpool: Napoli non si rassegna. Operai in presidio davanti al consolato americano

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Ph. Fabio Sasso/FPA

I lavoratori chiedono al console di intervenire: “Noi non ci arrendiamo, speriamo nelle nuova amministrazione Biden”.

Napoli – Un centinaio di operai stamane si è radunato davanti al consolato Usa, per proseguire nella protesta contro la decisione della multinazionale americana che, il 31 ottobre scorso, ha posto i sigilli definitivi alla produzione della fabbrica di via Argine.

“Noi siamo certi che alla fine riapriremo lo stabilimento di Napoli e faremo lavatrici” – ha dichiarato Rosario Rappa, segretario generale Fiom-Cgil Napoli. Una convinzione che nasce dalla situazione di mercato che si sta registrando durante questi mesi di pandemia: “il settore degli elettrodomestici – spiega Rappa – sta scoppiando di lavoro. Hanno dovuto dichiarare che i volumi attesi non consentono a Whirlpool di stare dietro agli ordinativi, fino al punto di chiedere i sabati e le domeniche lavorative. È notizia di ieri – continua – che a Siena hanno assunto altri dieci interinali e per il 2021 prevedono ulteriori assunzioni”.

Ph. Fabio Sasso/FPA

Si è poi espresso in maniera molto critica sull’operato del governo e sulla mancata presa di posizione di Conte che si sarebbe “limitato a una telefonata”. “Noi riteniamo che un governo serio si debba muovere con tutti i livelli istituzionali e quindi nell’ambito dei rapporti internazionali con l’ambasciata americana. E dall’altro lato – conclude Rappa – l’altro terreno e’ quello della lotta”.

I lavoratori hanno poi chiesto al console statunitense Mary Avery, di avere un colloquio con i vertici della Whirlpool, anche alla luce della nuova stagione politica che gli States stanno vivendo e le hanno affidato una lettera, firmata dai segretari di Fim, Fiom e Uilm di Napoli, Biagio Trapani, Rosario Rappa e Antonio Accurso, da recapitare all’ambasciata americana.

Ph. Fabio Sasso/FPA

Nella missiva, si individuano i fattori che possono aver spinto la multinazionale al mancato rispetto degli accordi presi in merito all’avvio, negli stabilimenti di Napoli, della produzione di lavatrici di alta gamma. “Da un lato ci sarebbero – si legge – le pressioni dell’amministrazione Trump per riportare negli Usa gran parte delle produzioni; dall’altro, la contemporanea apertura di uno stabilimento in Cina che producesse lavatrici top di gamma”.

“Siamo fiduciosi – concludono Biagio Trapani, Rosario Rappa e Antonio Accurso – che la nuova amministrazione che a breve si insedierà alla Casa Bianca possa favorire un’inversione di tendenza, che riporti i rapporti con l’Europa e l’Italia a quelle prassi di alleanza sia strategica che commerciale”. Infine, in segno di cordiale endorsement verso la vertenza, la delegazione delle tute blu, ha consegnato la maglietta simbolo della lotta con lo slogan “Napoli NON MOLLA” – “Napoli WAN’T GIVE UP”, da recapitare al Presidente Biden, “perché tenga presente che i napoletani non dimenticano e non si arrenderanno facilmente”.

“In buona sostanza – ha aggiunto Rappa – stiamo facendo ciò che avrebbero dovuto fare il ministro degli Esteri e il Presidente del Consiglio, ovvero un intervento politico, una iniziativa diplomatica sulla base del nuovo scenario produttivo che rende ancora più inaccettabile e paradossale la chiusura dello stabilimento partenopeo, anche alla luce dell’impatto che avrà il finanziamento di 48 miliardi annunciato dal ministro Patuanelli sull’industria 4.0″.

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