Bove: “Nuovi percorsi assistenziali sanitari e scolastici. Tecnici esperti per reinserimento lavorativo”
La persona con Disturbi dello Spettro Autistico (ASD), come qualsiasi altra persona, nel suo percorso di crescita psicologica si confronta con una serie di eventi sociali che comportano progressivamente sempre nuove richieste. Dall’infanzia all’adolescenza e quindi all’età adulta deve sottoporsi a periodici controlli sanitari, deve frequentare una scuola, deve frequentare i coetanei, deve condividere giochi, deve adattarsi ai ritmi del sistema famiglia cui appartiene, deve eseguire degli apprendimenti specifici, deve gestire le attività del tempo libero, deve affrontare i tumulti di vissuti sentimentali, e così via. Si tratta di eventi abituali e inevitabili che investono qualsiasi persona, ma che, in quella con ASD, trovano un soggetto con una minore disponibilità di risorse per fronteggiare i disagi e i turbamenti ad essi inevitabilmente connessi.
SCUOLA: è il primo impatto importante nell’ambito della vita sociale. Bisogna, per questo motivo, fornire un efficace supporto a tutto il personale di questa istituzione, formulando protocolli che tengano conto anche delle realtà locali, in cui tali “buone pratiche” devono essere implementate: allo stato manca una preparazione specifica e non si può lasciare tutto al caso o all’improvvisazione. I genitori dei bambini autistici lottano quotidianamente con questa realtà e spesso questi bambini sono esclusi da molte attività, proprio perché non si sa come gestire i loro comportamenti e la loro imprevedibilità. I bambini affetti da questo disturbo richiedono tanta energia, attenzione e lavoro a chi gli è accanto, ma soprattutto richiedono strategie di gestione specifiche, per stabilire una relazione positiva che ne favorisca gli apprendimenti. Le insegnanti curriculari e di sostegno, oggi più che mai, sono chiamate a rispondere in maniera adeguata ai differenti bisogni di questi bambini, senza essere supportate né, molto spesso, avere una formazione specifica.
Proposta: creare le basi per la costruzione di percorsi assistenziali che, oltre alle raccomandazioni cliniche, definiscano procedure operative ai professionisti coinvolti, tempistiche e setting riconosciuti e condivisi.
LAVORO: è il secondo importante momento di cambiamento nella vita, terminato il percorso scolastico, in cui il 78% degli uomini e l’80% delle donne con disabilità sono disoccupati. Si tratta spesso di persone con capacità di avviamento a un’inclusione lavorativa che, però, escono dalla scuola senza una valida scelta. Il nostro ruolo è di promuovere azioni tese a garantire per loro la sufficiente qualità di vita: la dignità (sentirsi rispettati), l’accettazione (sentirsi compresi), le opportunità lavorative, sociali e di inclusione in comunità.
Proposta: in questo panorama è opportuno proporre una figura di Tecnico Esperto, che sia in grado di occuparsi dell’inserimento lavorativo delle persone con svantaggio sociale, capace di svolgere attività di analisi del fabbisogno e del potenziale del soggetto svantaggiato, di supporto e accompagnamento all’inserimento, alla predisposizione di progetti per inserimento lavorativo individuale, al reinserimento lavorativo, alla consulenza e al supporto alle famiglie e alle organizzazioni produttive per la ricerca, la selezione e l’accompagnamento di tali persone.
Pasquale Bove, dirigente medico candidato alle elezioni regionali in Campania