Il sapore del pomodoro Cannellino è un equilibrio tra dolcezza, acidità e sapidità e per questo è l’ideale per essere utilizzato, fresco o in conserva, nelle varie ricette della nostra cucina mediterranea, sia per primi piatti e le zuppe, nonché per la pizza e per … i dolci, provare per credere !
Il pomodoro cannellino, annoverato dalla Regione Campania tra i prodotti tradizionali, è coltivato nei Campi Flegrei, secondo testimonianze indirette, sin dall’Ottocento, prevalentemente per consumo fresco e per conserve fatte in casa. Il seme del pomodoro cannellino non è un ibrido ma viene tramandato da generazione in generazioni. La semina inizia a fine febbraio e la coltivazione si realizza, come da tradizione, con il supporto di canne e spago in juta o canapa in modo manuale così come la raccolta. Non si tratta di un ibrido come il pomodoro di San Marzano e ogni anno i semi vanno lavati.
Altra tecnica rigorosamente da fare a mano è la sfemminellatura, cioè la potatura del pomodoro che serve a ridare vigorosità alla pianta durante la crescita e la produzione dei frutti, in modo che il vigore e le sostanze nutritive non vengano sottratte al regolare accrescimento dei vegetali ed alla fruttificazione. Questo prodotto deve il radicamento territoriale alla capacità di adattarsi al pedoclima flegreo caratterizzato, tra l’altro, da terreni vulcanici e sabbiosi e da brezza marina. Il raccolto va da luglio a fine agosto.
Il cannellino è un pomodoro di forma oblunga che generalmente pesa tra 15 e 20 g e presenta una lieve strozzatura verso il centro, ha la buccia estremamente sottile e la polpa spessa e soda, quando è maturo è di colore rosso intenso, l’odore è intenso. Il pomodoro ha un PH particolare che può variare da 4,1 a 4,3 anche se proveniente da terreni a distanza di 200 metri l’uno dall’atro. Ciò dipende da concimazioni diverse.
Al sapore si riscontra un giusto equilibrio tra dolcezza, acidità e sapidità e per questo estremamente versatile in cucina. In cucina può essere utilizzato dalla pizza ai dolci passando per primi piatti e zuppe, nella declinazione del prodotto fresco e in conserva.
Sono poco più di 10 gli agricoltori che coltivano il pomodoro Cannellino fin dall’Ottocento tramandando le tecniche di lavorazione di generazione in generazione.
Al momento il seme non è custodito – se non quello presso il CNR – e dovrebbe essere la Regione a far creare dei campi che permettano ai produttori di custodire i semi.
Lo scorso anno nei Campi Flegrei sono stati coltivati 10 ettari di pomodoro Cannellino, grazie ai riscontri positivi ricevuti sia con il fresco che con il trasformato, per le prossime pianificazioni, gli agricoltori hanno scelto di destinare più ettari a questa coltura.
Si intende aumentare il quantitativo da destinare alla conserva per far fronte alle richieste di ristoratori e pizzaioli che hanno già scelto di inserire questo prodotto flegreo in menu e per aprirsi a nuovi mercati anche fuori dai confini locali››.
Il pomodoro cannellino è tra i prodotti riconosciuti come “tradizionali”. La sua “pellecchia” è sottilissima e questo gli permette di essere trattato in maniera diversa durante la fase di trasformazione, mantenendo intatte ancora di più le sue caratteristiche specifiche e il suo sapore unico è dovuto alla crescita su terreno vulcanico e a pochi metri dal mare.
Sempre più chef, pizzaioli, gastronomi e pasticcieri si avvalgono di questo meraviglioso Pomodoro nelle loro cucine.
Al lettore attento, al semplice buongustaio, al palato sopraffino, a coloro che sono sempre alla ricerca di prodotti a km 0 e per tutti gli appassionati di cucina, consiglio di ricercare ed assaggiare questo meraviglioso “Frutto”, perchè una volta provato difficilmente abbandonerà le nostre cucine.