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Luigi Baldelli, Ettore Mo e Vittorio dell’Uva  si incontrano da KontroLab.  320 paesi in 3.

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NAPOLI – Lunedi 15 Giugno, alle ore 19,00 nella sede dell’Associazione Kontrolab, presso la Fondazione Foqus in via PortaCarrese a  Montecalvario 69 a Napoli, si incontreranno e incontreranno il pubblico Luigi Baldelli, Ettore Mo e Vittorio dell’Uva, tre tra i più  importanti e conosciuti corrispondenti di guerra del giornalismo italiano. Baldelli il fotografo, Mo e dell’Uva corrispondenti  rispettivamente per il Corriere della Sera e Il Mattino  Ci parleranno delle loro missioni all’estero e delle loro esperienze in giro per il mondo.  I racconti di persone, di territori ed eventi che ci hanno fatto conoscere e capire Centinaia sono i paesi che i tre hanno visitato e raccontato, entrando prima di tutto nel contesto sociale di posti lontani e riportando le sensazioni, le emozioni, le paure e le speranze di popoli in guerra contro altri popoli, nelle terribili guerre civili o etniche e nelle grandi emergenze e catastrofi sanitarie o naturali. Le esperienze di tre professionisti condivise con noi nel primo appuntamento degli incontri curati dall’Associazione per la divulgazione della fotografia  KontroLab, seguiranno incontri con altri colleghi che saranno sempre presenti in due, per raccogliere anche lo spirito amicale  e per sottolineare gli scambi culturali, emozionali, professionali e prima di tutto relazionali con i quali la  professione fotografica si nutre e sviluppa.firmato Mario Laporta Luigi Baldelli: fotografo professionista dal 1987. Dal 1989 ha iniziatoa seguire i più importanti avvenimenti internazionali: la fine dei regimi totalitari nell’Europa dell’Est, la rivoluzione in Romania, il Libano, la Guerra del Golfo, la guerra nell’ex Jugoslavia, la crisi dell’Albania, le situazioni sociali e politiche nei paesi dl Medio Oriente, le guerre e le carestie in Africa. Dal 1995 ha iniziato un rapporto di collaborazione con Ettore Mo del Corriere della Sera, realizzando fotoreportage in Afghanistan, India, Medio ed Estremo Oriente, Europa dell’Est, Africa, ex Unione Sovietica, America Latina. Suoi fotoreportage sono stati pubblicati dai maggiori quotidiani italiani e stranieri, tra cui Time, The Guardian, Newsweek, Panorama, D – la Repubblica, The Independent, Io donna, Der Spiegel. In Italia e all’estero sue fotografie sono state esposte in mostre personali sul fotogiornalismo, in libri sul fotogiornalismo e utilizzate per illustrare bestseller. Nel 2006 35 fotografie dell’Afghanistan hanno illustrato l’edizione speciale illustrata del best seller Il cacciatore d’aquiloni in Italia, U.S.A., Brasile, Olanda. Nel 2008, 48 fotografie dell’Afghanistan hanno illustrato l’edizione speciale illustrata del best seller Mille splendidi soli, sempre in U.S.A., Italia, Brasile, OlandaHa pubblicato i libri fotografici Iraq (ADV, 2002), e Afghanistan (Touring Club Italiano, 2002). Le foto dei vari reportage realizzati con Ettore Mo sono state inserite nei libri I Dimenticati (Rizzoli, 2003), Treni (Rizzoli, 2004), Fiumi (Rizzoli, 2006), Lontani da qui (Rizzoli, 2009). Ettore Mo: giornalista italiano, fra i  più famosi corrispondenti di guerra, inviato speciale del Corriere della Sera. Ha iniziato a lavorare al Corriere nel 1962, per la sede  londinese del giornale; in seguito lavora presso la redazione romana e  quella milanese, occupandosi di cultura e spettacolo. Nel 1979 riceve il primo incarico da inviato speciale, in Iran, dove racconta la rivoluzione khomeinista. Sempre nello stesso anno è anche in  Afghanistan, paese in cui si recherà più volte nel corso degli anni,  occupandosi dell’invasione russa e della resistenza dei mujaheddin. Nel  1995, durante la guerra in Bosnia, conosce il fotografo Luigi Baldelli, da allora suo compagno di viaggio e di lavoro. Da quando è in pensione continua a girare il mondo in cerca di storie da raccontare ai lettori  del suo giornale. Ha vinto numerosi e importanti riconoscimenti, tra cui il Premiolino (1980), il Premio Saint-Vincent (1982 e nel 2005 alla  carriera), il Premio Ilaria Alpi (1997) e il Premio Montanelli (2003). Oltre ai premi giornalistici ha vinto premi letterari, tra cui  il Premio Estense (1998) per La peste, la fame, la guerra e, nel 2004 il Premio Stresa e il Premio Estense per il libro I dimenticati. Nel 2004 ha ricevuto dall’allora Presidente Ciampi il titolo di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana; nel 2006 ha ricevuto dal Comune di Milano il Sigillo Longobardo. Vittorio del’Uva : nato a Bolzano nel 1943  e formatosi professionalmente a Napoli alla scuola del <Roma> di Alberto Giovannini, ha ricoperto il ruolo di inviato speciale per <il Mattino> dal 1982. Nel corso degli ultimi trenta anni  si è occupato, in particolare, dei principali eventi politici e bellici verificatisi nell’Europa orientale, in Medio Oriente e in Africa. Dopo lunghe permanenze in Urss e nei Paesi satelliti ai tempi della perestrojka ha seguito ogni fase del conflitto nella ex Jugoslavia. Per motivi di lavoro si è recato complessivamente in oltre ottanta Paesi con  missioni mirate negli Stati Uniti in occasione di piùelezioni presidenziali. Da corrispondente di guerra ha lavorato in Albania,  Kosovo, Ruanda, Somalia, Afghanistan, Iraq, Kuwait, Pakistan e Iran. Frequenti i suoi viaggi nei  <Territori occupati> e in Israele fin dal 1982 anno dell’invasione del Libano. In occasione della  prima guerra del Golfo è stato di base in Arabia Saudita prima di raggiungere il Kuwait liberato. Nel 2003, durante l’offensiva anglo-americana in Iraq, è stato arrestato a Bassora assieme ad altri 6 colleghi italiani con cui  stava seguendo, sul terreno. l’andamento del conflitto. Più recentemente la <primavera araba> lo ha portato in Tunisia, Egitto e Libia per la realizzazione di reportages sui profondi mutamenti in atto. Per la sua attività professionale, che lo ha visto tra l’altro tra i collaboratori di Radio Montecarlo e del settimanale spagnolo <Tiempo>, ha ricevuto il premio Max David riservato agli inviati speciali, il <Saint Vincent>, il <Premio Cutuli>, il <Premio Guglia> e il <Lamberti Sorrentino, cronisti di guerra>. Nel 2004, in un libro intervista a cura del giornalista Francesco De Core (<Stanza 1304, la finestra sulla guerra>) ha raccontato alcune delle sue vicende professionali collocandole nel contesto geopolitico mediorientale e iracheno.
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