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L’ISTAT e la fotografia del settore del gioco ai tempi del Covid-19

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L’Istituto Nazionale di Statistica, l’ISTAT, ha reso disponibili tutta una serie di dati per valutare, nel dettaglio, il posizionamento ed il contributo dato dei settori economici in Italia.

I dati sono stati elaborati in base anche ai vari provvedimenti che, dall’inizio del lockdown ad oggi, hanno accompagnato l’intero territorio nazionale. L’emergenza sanitaria del nuovo Coronavirus ha infatti portato ad una serie di provvedimenti che dapprima hanno ridotto il numero di attività aperte.

Oggi, con la fase due appena agli inizi, molte attività hanno riaperto i battenti. L’approfondimento ISTAT ha preso in esame tutto il sistema produttivo, tra chi ha proseguito le sue attività e chi invece ha sospeso.

Tra i settori economici, produttivi e considerati importanti spicca chiaramente il gioco d’azzardo, approfondito in maniera certosina dai dati dell’Istat. Ragion per cui vengono sviscerati dei dati che vale la pena sottolineare, importanti tanto per il presente quanto per il futuro del settore.

Si evince, per esempio, che le imprese del settore oggi come oggi sono 10.785, gli addetti ai lavori 45.802 mentre i dipendenti circa 33.083. Gli indipendenti sono in netta minoranza, essendo 12.279.

Per quel che riguarda la quota occupazione, qui domina, come intuibile, il Nord: la percentuale è del 26,7%. Il Sud insegue poco distante, con il 24,7% e infine il Centro chiude al 23,5%. Vantaggio delle imprese da gioco, in questo senso, è il grado di fatturato, dall’Istat classificato come “elevato”, sinonimo di benessere.

Numeri alti anche per il grado attivazionale del lavoro, mentre va al ribasso quello relativo alla produttività, alla pari della rilevanza sistematica nelle medie imprese.

Tuttavia, tra i dati proposti dall’Istituto, spicca un giudizio assai negativo sulle sale da gioco, il centro nevralgico del gioco fisico. La base di dati proposta, infatti, dà varie informazioni relative ad ogni settore a cinque cifre ATECO.

Nelle considerazioni si tiene conto della struttura, della performance economica, della internazionalizzazione, la concentrazione territoriale e la capacità di attivazione sul resto del sistema produttivo.

Ciascun settore ha dato il suo contributo al valore aggiunto, in base a quello direttamente generato dalle proprie attività e dalle relazioni con altri settori.

Emerge che il settore delle sale da gioco è composto da 1648 imprese, con 6.308 addetti ai lavori, 4.108 dei quali diretti e nel 25% dei casi impiegati a livello occupazionale a nordest della nostra Penisola. Qui tuttavia il grado di rilevanza economico è piuttosto basso, addirittura medio basso per l’attivazione occupazionale.

Le cose non migliorano sotto il profilo della produttività e sulla rilevanza sistemica media delle imprese di settore. I dati Istat evidenziano una netta differenza tra la filiera del gioco e le sale che lo compongono.

Per la rilevanza in termini economici, produttivi ed occupazionali, il contributo minore al valore assoluto della filiera viene dalle sale da gioco, incredibile a dirsi. Risultano invece maggiormente rilevanti tutti gli altri elementi del gambling, dalla produzione dei giochi a tutte le attività di marketing.

Fonte: Gaming Insider

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