L’anno zero non è un fallimento. Ma ora tocca ad Ancelotti

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di Mario Civitaquale

Napoli Dopo l’eliminazione del Napoli dall’Europa League per mano dell’Arsenal, sono partite le critiche, copiose, che non hanno risparmiato nessuno.

Dalla squadra, allo staff medico, dal preparatore all’allenatore, fino, naturalmente, al presidente.

Si è parlato di fallimento, di stagione disastrosa. Si è detto che Sarri a quest’ora lottava per lo scudetto mentre oggi il Napoli è lontanissimo dalla Juve, che prima almeno si giocava bene.

Basta.

Analizziamo la stagione del Napoli.

Dopo la cavalcata dell’anno scorso, in cui gli azzurri erano andati ben al di là delle loro possibilità, spingendo anche il cuore oltre i limiti tecnici, nessuno, nemmeno lo stesso Sarri, avrebbe potuto ripetere la stessa stagione.

Nessuno avrebbe potuto nuovamente inseguire la Juve, superiore economicamente e tecnicamente. Difficile l’anno scorso, impossibile quest’anno che i bianconeri le hanno praticamente vinte tutte o quasi.

Si ricordi che il Napoli, per quasi tutte le emittenti tv, campane e non, era dato al massimo quarto quest’anno.

E invece il Napoli è secondo, e verosimilmente chiuderà il campionato così. Davanti a Inter, Milan, Roma e Lazio. E dietro solo alla Juve che fa un torneo a parte.

Ma vediamo il cammino in coppa.

Gli azzurri sono usciti dalla Champions, per un gol di differenza, per mano di Liverpool e PSG.

Sono poi stati eliminati dalla Coppa Italia in una partita secca giocata a San Siro da un Milan ancora in lotta per la terza piazza.

Infine, giovedì, il Napoli è stato eliminato dall’Arsenal.

Riassumendo, ecco chi, per un motivo o per un altro, ha fatto meglio del Napoli: Juventus, Liverpool, PSG, Milan e Arsenal.

Forse si poteva fare meglio. Ma oggettivamente non può parlarsi di fallimento.

Ora però tocca a Carlo Ancelotti.

Va bene che abbia voluto studiare gli uomini a disposizione da vicino, va bene che non abbia preteso follie sul mercato, va bene che abbia avallato l’errore di cedere a metà stagione congiuntamente Hamsik e Rog.

Ma ora il quadro è abbastanza chiaro. E Ancelotti lo ha ben presente.

Il Napoli non va rifondato ma, senza fare nomi di partenti e obiettivi, vanno presi uomini funzionali al gioco del tecnico. Uomini che oggi mancano in rosa, e in più ruoli.

Per quest’anno quindi nessuna critica: il Napoli, per la sua dimensione e le aspettative estive, ha fatto il massimo.

L’anno prossimo però Ancelotti non ha scuse. Non si chiede di vincere per forza ma almeno di essere competitivi.

E quest’anno, guardando soprattutto i due match con l’Arsenal, la meno forte delle big europee citate, si è avuta la sensazione di non esserlo affatto.

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