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“La scuola delle donne” al Teatro Mercadante: quando una commedia attraversa i secoli

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Di Valentina Mazzella

RECENSIONELe donne che scrivono, le donne che pensano sono una maledizione per Arnolfo. Lui per moglie vuole una donna che sia “proprio terra terra“. Lo confessa a un amico nei primi cinque minuti della rappresentazione, sicuro che questo sia l’unico deterrente per evitare di diventare “becco”, cornuto. Una premessa, quella su cui si costruisce la vicenda de “La scuola delle mogli”, che oggi dovrebbe farci ridere a crepapelle per la sua dose di assurda misoginia. E invece la commedia di Molière dal 1662 attraversa i secoli e arriva nel 2019 con la sua bruciante attualità. Arturo Cirillo alla regia – e sul palco nei panni dello stesso Arnolfo – si serve della traduzione di Cesare Garboli e in un solo atto riporta alla ribalta una storia esilarante con un retrogusto amaro. Si ride e ci si commuove riflettendo su certe precauzioni maschiliste, sulla gelosia, sull’amore, sul matrimonio, sull’adulterio e sull’importanza della cultura per una donna. Da mille applausi le interpretazioni degli attori (Valentina Picello, Rosario Giglio, Marta Pizzigallo, Giacomo Vigentini) e frizzanti le musiche curate da Francesco De Melis. Lo spettacolo, al momento in scena al Teatro Mercadante di Napoli fino al 31 marzo, sarà allestito dal 4 al 7 aprile anche presso il Teatro delle Muse di Ancona. E se è vero che certe mogli tradiscono i mariti, “La scuola delle mogli” invece non tradisce assolutamente le aspettative del pubblico.

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