NAPOLI – “Ormai siamo considerati solo ore. Non siamo più carne viva”: è la denuncia forte che lancia un gruppo di operatori socio-sanitari nella speranza di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei vertici politici sulla situazione critica che stanno vivendo. Sono degli OSS al servizio di cooperative che operano per l’A.S.L. Napoli 1 presso gli ospedali del Vecchio Pellegrini, Don Bosco e San Paolo. In seguito a recenti misure prese dalla Regione Campania, dal 30 aprile in poi, molte di queste persone potrebbero perdere il lavoro perché verrà meno la collaborazione con le cooperative per favorire l’inserimento di operatori socio-sanitari classificati in delle graduatorie. In tal modo da una parte la Regione promette nuove assunzioni, garantendo dunque nuove opportunità di lavoro per molti. Dall’altra tuttavia crea disoccupazione fra chi un’occupazione già ce l’ha e vi si dedica con impegno e dedizione anche da tanti anni. Sembra quasi un gioco di prestigio malriuscito in cui le carte vengono solo rimescolate. Forse neanche tanto bene. Pertanto sabato gli OSS si sono riuniti in assemblea per discutere. Non sono un gruppo di sindacalisti, precisano. Sono semplicemente dei lavoratori che rivendicano il proprio diritto al lavoro e vogliono saperne di più a proposito del futuro che li aspetta. Soprattutto perché non tutti avranno modo di rientrare nelle summenzionate graduatorie e, per chi viene licenziato a cinquant’anni, non sarà un gioco da ragazzi trovare nuove occasioni di lavoro. Nonostante l’esperienza e la professionalità. E intanto le famiglie da mantenere e le spese da affrontare mensilmente restano. Senza stipendio non si può vivere. Ecco allora che gli operatori socio-sanitari lanciano un appello al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca per risolvere politicamente quella che si prospetta essere un’emergenza sociale perché, dove i diritti vengono minacciati e calpestati, dare una voce alle proprie esigenze è necessario più che mai.