NAPOLI – Promuovere lo sviluppo socio-economico del Sudan attraverso il potenziamento delle competenze e sostenendo la crescita professionale dell’individuo e la sua integrazione nel mercato del lavoro. E’ stato questo uno degli obiettivi principali del progetto Inso (Innovazione nella società percorsi formativi e valorizzazione del capitale umano in Sudan) del quale si è discusso nel corso del convegno conclusivo a Napoli nelle sede del Cnr-Iriss. Il progetto è stato finanziato dal Ministero dell’Interno-Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, nell’ambito del bando “Collaborazioni internazionali e cooperazione ed assistenza ai Paesi terzi in materia di immigrazione ed asilo” attraverso il quale si sostengono azioni dirette ad affrontare le “cause profonde” delle migrazioni.
Al progetto ha partecipato, oltre il Cnr-Iriss di Napoli in qualità di coordinatore, due partner sudanesi (Comboni College of Science and Technology, Khartoum-Sudan-CSST, e Ministero dell’Educazione Superiore e della Ricerca Scientifica della Repubblica del Sudan- MOHE) e l’Università di Bari (Centro Servizi di Ateneo per l’Apprendimento Permanente-CAP).
L’iniziativa, è stato rilevato, attraverso le attività di formazione e stage che ha coinvolto una novantina di giovani laureati, ha permesso “lo sviluppo di competenze non solo tecnico-scientifiche ma anche trasversali e ha consentito l’occupazione di molti partecipanti e la progettazione di un incubatore finalizzato a fornire servizi a studenti o laureati che vogliano avviare nuove iniziative imprenditoriali (Comboni Entrepreneurship and Innovation Center-CEIC)”.
“E’ stata realizzata una visione unitaria – ha detto l’ambasciatore d’Italia in Sudan, Fabrizio Lobasso – per insegnare ai giovani sudanesi ad avere un’idea di impresa e aiutarli a renderla concreta, a realizzarla. Inoltre, è stata attuata un’alleanza tra pubblico e privato che ha dato buoni frutti. E’ un punto di partenza per nuove iniziative”. Dal canto suo Ali Osman Ali El Siddig, consigliere dell’Ambasciata della Repubblica del Sudan a Roma, ha sottolineato l’importanza di offrire ai giovani sudanesi la possibilità di creare microimprese, esperienze imprenditoriali con una formazione mirata. “Sono benvenuti i progetti per sviluppare le competenze dei giovani sudanesi – ha aggiunto – l’Italia rappresenta un partner privilegiato per il Sudan e le università italiane sono tra le più rinomate al mondo; ecco perché ci auguriamo anche che i giovani sudanesi acquisiscano formazione anche in Italia”.
Chiara Impagliazzo, funzionario del ministero degli Interni, ha evidenziato “l’innovazione di un percorso che visto unite le
autorità sudanesi, anche accademiche, scuole private in Sudan, atenei italiani, il Cnr, singoli imprenditori che investono nelle idee dei ragazzi del Paese africano. Un bilancio senza dubbio positivo”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il direttore del Cnr-Iriss, Alfonso Morvillo, il quale ha rilevato: “Con l’incubatore in Sudan sono state gettate le basi per realizzare nuove imprese e avviare nuovi progetti nella logica dell’innovazione e della formazione di nuove professionalità”.
Il convegno si è chiuso con la cerimonia di consegna degli attestati delle competenze acquisite dai partecipanti alle attività formative.