Home Cultura Presentato ‘Shoah – La cintura del male’, di Antonio Masullo

Presentato ‘Shoah – La cintura del male’, di Antonio Masullo

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Grande presenza di pubblico per il lancio del nuovo lavoro dello scrittore nolano, con l’intervento di Alessandro Cecchi Paone e lo struggente ricordo di Anna Maria Ackermann

Sabato 26 gennaio, ore 10:00, nella splendida cornice di una Domus Ars gremita di pubblico, in via Santa Chiara, 10, Napoli, si è tenuta la prima presentazione di ‘Shoah – La cintura del Male, il nuovo romanzo di Antonio Masullo, Argento Vivo Edizioni, prefazione di Pietro Riccio, postfazione di Anna Bruno, acquistabile online.

Sul palco, come relatori, oltre ovviamente all’autore, Pietro Riccio, Direttore responsabile di ExPartibus, Franco Biancardi, pedagogista presso l’Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, Alessandro Cecchi Paone, giornalista e divulgatore scientifico e William Silvestri, Direttore editoriale di Argento vivo Edizioni.

Agli interventi dei relatori si sono intervallate le letture di brani scelti del testo che hanno visto alternarsi sul palco attrici come Anna Maria Ackermann, icona non soltanto di un teatro come quello napoletano, che pur vanta una tradizione imponente, ma dell’intero panorama italiano, e Lucia Stefanelli Cervelli, intellettuale raffinatissima e splendida attrice. Accanto a loro il talentuoso Danilo Rovani, la cui bravura, come più volte abbiamo sottolineato, meriterebbe ben altri palcoscenici. Memorabile l’ultima lettura, che ha visto tutti e tre gli attori interagire tra di loro, in quello che si è trasformato in un vero e proprio piccolo gioiello teatrale.

Grande successo di pubblico, dunque, ma anche una forte attenzione mediatica, con la presenza di stampa e troupe televisive.

È stato proprio l’autore della prefazione Pietro Riccio a moderare i lavori di una mattinata che ha regalato emozioni intensissime a tutti i presenti. Nel suo intervento di apertura, ha tenuto a sottolineare come il romanzo sia frutto di una lunga e faticosa ricerca, avviata in seguito alla scoperta di un episodio familiare da parte dell’autore. Ricerca che è scaturita in un libro vero, autentico, che racconta della Shoah in maniera molto originale, aprendo la porta su una serie di aspetti non ancora presi in considerazione dalla storiografia ufficiale, ma che, soprattutto, lascia trapelare, seppure nell’immane tragedia, un messaggio di speranza.

Subito dopo la parola è passata al Prof. Franco Biancardi, che si è soffermato inizialmente sugli aspetti pedagogici del testo, facendo riferimento come dalla Shoah si possa trarre un insegnamento, un monito. L’intolleranza verso qualsiasi essere umano, porta necessariamente all’esclusione, all’odio, che spesso può trovare legittimazioni ideologiche in dottrine mistiche e in pseudo teorie scientifiche. Un primo momento di intensissima emozione si è avuta quando il prof. Biancardi ha ricordato, con grossa commozione, la sua visita ai campi di sterminio.

In un intervento di rara intensità e spessore, Alessandro Cecchi Paone ha messo in evidenza, innanzitutto, la differenza tra la definizione di olocausto e di Shoah. La prima dotata di un senso ultimo religioso di sacrificio, la seconda che, invece, esprime meglio il cieco e sistematico massacro messo in atto dal nazismo nei confronti degli ebrei. Nel periodo del nazismo, ha continuato, si sono confrontati due modelli di esoterismo, quello illuminista, che nelle sue accezioni sia laiche che religiose, perseguiva la luce, l’elevazione spirituale, il bene, la vita, e quello nazista, appunto, che invece è stato contraddistinto dal buio, dal male, dalla morte, da un bieco annientamento della dignità umana. Ha denunciato, infine, una gravissima assenza, quella della chiesa cattolica, che non solo ha fatto venire meno la sua condanna, ma che addirittura sia in Italia che in Germania, è stata connivente con l’orrore delle leggi razziali.

William Silvestri, invece, nel presentare Argento Vivo, giovane e dinamica casa editrice, ha riferito anche dell’impegno della relativa academy, che nelle scuole, a titolo completamente gratuito, tiene corsi di scrittura creativa per formare i futuri scrittori e giornalisti. La Shoah, ha continuato, non è un qualcosa che appartiene al passato e ha chiamato sul palco un giovane dal pubblico e Anna Maria Ackermann coinvolgendoli in un interessantissimo gioco di ruolo. Nonna e nipote, uno di fronte all’altro su un treno fissano il loro sguardo su direzioni opposte; lei verso la stazione che stanno lasciando, lui verso quella cui sono diretti. La nonna vede dunque il passato, il nipote il futuro. Ma possono guardarsi negli occhi, cosa che crea la possibilità di uno scambio del testimone che, come nella staffetta, è un qualcosa che le generazioni si devono passare dall’una all’altra, perché la storia è memoria, è amore.

Al termine dell’ultima lettura, un imprevisto quanto struggente momento, Anna Maria Ackermann si trattiene sul palco raccontando ai presenti la sua tragica esperienza di deportata nel campo di concentramento. Un episodio su tutti, ricorda la grandissima attrice, quello durante il quale lei, i suoi fratelli, ma soprattutto la madre, furono costretti a spogliarsi completamente nello stanzone che le avrebbe visti prigionieri. Un oltraggio, quello della nudità materna, una violenza che ha generato in lei la ferita più dolorosa dei due anni trascorsi nel campo di sterminio.

Racconto che ha profondamente commosso tutti i presenti, dai relatori alle persone del pubblico, diverse delle quali non sono riuscite a trattenere il pianto.

L’ultimo intervento, come da prassi, è stato quello dell’autore Antonio Masullo che ha spiegato che chi scrive della Shoah lo deve fare innanzitutto nel rispetto delle vittime, di chi non ha più voce per poter gridare, ma anche dei sopravvissuti. Ma soprattutto come il filo conduttore del nazismo sia stato l’esoterismo, parola che non dobbiamo aver paura di pronunciare perché fa parte della nostra cultura, della nostra matrice. La storia, che tanti aspetti ha taciuto, deve fare un salto, deve farlo fino a quando sarà disponibile la memoria dei sopravvissuti.

Alzandosi dal posto, ha poi raccontato della sua visita, nel 2015, nel campo di concentramento di Fossoli in Emilia-Romagna, vicino Carpi, definito dagli storici come un campo di transito perché lì venivano radunate le persone che sarebbero poi state deportate verso i vari lager. In realtà, Fossoli, per quanto non assunto ruolo di campo di sterminio ha certamente visto delle esecuzioni.

È proprio a Fossoli che Masullo conosce due persone completamente agli antipodi, un anzianissimo partigiano romagnolo della Resistenza italiana e un ufficiale dell’esercito tedesco, oggi purtroppo scomparsi.

Tutti e due gli avevano chiesto di non rivelare i loro nomi, visto il dolore dovuto al ricordo, ma allo stesso tempo lo autorizzavano a raccontare. Anche se romanzate, dunque, il libro racconta delle testimonianze autentiche dell’esoterismo che si praticava nei campi di concentramento, soprattutto a Wewelsburg e Buchenwald. Dai ricordi dei due testimoni emergono su tutte due figure ignorate dalla storia ufficiale, quelle della potentissima medium Maria Orsic e della Principessa Mafalda di Savoia.
Ma anche di come la vera ragione della persecuzione agli ebrei fosse la volontà dei nazisti di strappare loro i segreti delle loro conoscenze esoteriche.

Tutti abbiamo lasciato Domus Ars con una forte emozione, commossi; con un monito, la Shoah, come hanno ribadito tutti gli intervenuti, non è un passato che non ci riguarda, che le nuove generazione possono dimenticare. L’intolleranza, la creazione di nemici sempre diversi deve avvertirci che nell’orrore si può sempre tornare. Solo la Memoria, può impedirci di commettere gli errori del passato. Una Memoria che sia consapevole e sorretta da una storia che abbia la capacità di far riemergere pagine ad oggi ignorate.

Il libro
La Shoah non riguarda soltanto gli ebrei: essa coinvolge tutte le vittime che hanno subito l’Olocausto, fino all’ultimo dei sopravvissuti, che rappresentano bene prezioso per l’Umanità intera. Essi sono la Memoria. La storia familiare delle sorelle Jenkins consente al lettore, in chiave romantica, di analizzare alcuni personaggi storici da vicino e di studiarli da un diverso e peculiare ambito prospettico. Il filo conduttore del testo è rappresentato dall’esoterismo nazista, che dal Castello di Wewelsburg attraversa e pervade l’Europa negli anni ’40, fino all’ultimo dei deportati di ogni campo di concentramento e/o di sterminio costituito.

Questo “particolare binario”, spesso ignorato, o ridimensionato dalla storiografia tradizionale, costituisce un importante capitolo per la comprensione di ideologie che non si limitano alle dottrine rivolte alle masse, ma che nelle élite hanno visto il riferimento ad un complesso sistema esoterico, a cui si era avvicinata la cosiddetta Mistica Nazista.
La Shoah è Memoria, ed è la voce silente di ognuno di noi che oggi, cerca e tenta di capire, cosa effettivamente è accaduto.

L’autore
Antonio Masullo è nato a Nola (NA) nel 1976. Dopo il conseguimento della laurea in giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli, si abilita alla professione forense, e riveste dal 2008 la figura di avvocato penalista. Esperto in telecomunicazioni, diventa giornalista pubblicista nel marzo del 2018, iscritto all’OdG della Campania.

Scrive da diverso tempo per il quotidiano online ExPartibus, di cui cura la rubrica Risvegli. Sposato con un’insegnate, Giusy Ruggiero, ha tre figli: Maria Greca, Francesco Maria e Letizia Maria Grazia.

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