Napoli – Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte arriva per la prima volta in Calabria e torna, a distanza di pochi giorni, in Campania, dopo la firma a Caserta del protocollo per la Terra dei Fuochi. Una visita per valutare il ritardo di due regioni del Sud, ma dedicata soprattutto alla legalità. E non a caso il premier visita diverse realtà che la criminalità organizzata la combattono con i fatti, giorno dopo giorno, gestendo beni confiscati, e visita il carcere minorile napoletano di Nisida.
Per Conte é l’occasione per insistere sulla lotta alle mafie, già esaltata martedì nel sopralluogo nelle ville dei Casamonica sgomberate per la demolizione a Roma. Il premier parla di giornalisti e libertà di stampa, dopo le tensioni innescate dagli attacchi del vicepremier Luigi Di Maio e del frontman M5S Alessandro Di Battista, seguite all’assoluzione di Virginia Raggi. Al Palazzo Reale di Napoli addirittura intervista alcuni cronisti minacciati dalle mafie e dice: «Non alimentiamo polemiche: incontro i giornalisti perché con le loro inchieste rischiano la vita tutti i giorni e credo sia giusto che abbiano il sostegno delle istituzioni». «Abbiamo fatto un brindisi alla libertà di informare e al diritto di essere informati», racconta il professore.
E alla richiesta di una legge sul conflitto d’interessi al posto della lista di giornalisti buoni e cattivi, Conte risponde: «L’elenco è stato fatto dal Guatemala e non da un membro del governo (Di Battista, ndr). Quanto alla legge sul conflitto d’interessi siamo già impegnati a farla, ci affretteremo».
Ciò nel giorno in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha scritto che «dinanzi alle note criticità che hanno investito il sistema dei media è essenziale un impegno collettivo per coniugare l’innovazione con i valori si pluralismo, trasparenza, confronto della veridicità dei contenuti, a garanzia di un’autentica informazione di qualità a presidio della democrazia».
Prima tappa del viaggio a sud di Conte Reggio Calabria, dove il premier firma il «Registro per la cittadinanza consapevole» istituito dalla Prefettura ed incontra i vertici degli uffici giudiziari e delle forze dell’ordine della Provincia. La Calabria, dice il premier, è una regione sofferente, ma quella di oggi spiega poi a Locri, «deve essere un viaggio di ordinaria attività di governo». A gennaio tornerà per una giornata «operativa», totalmente dedicata alla regione, insieme ad alcuni dei suoi ministri impegnati nei dossier più caldi. E tra questi, «le priorità da affrontare», Conte inserisce legalità, lavoro e sanità.
Da fonti M5S si sottolinea la volontà di andare al Sud per non cedere terreno alla Lega; Di Maio oggi é in Sicilia. Da Locri, dove visita un ostello Goel ospitato in un bene confiscato – un altro bene lo visita poi ad Isola Capo Rizzuto (Crotone) – e rende omaggio alla memoria del vice presidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno, ucciso in una agguato il 16 ottobre del 2005, Conte sottolinea come il primo problema della Calabria sia la ‘ndrangheta, «una delle mafie più virulente e pericolose», che «si infiltra nel tessuto sociale ed economico e quindi la soglia di attenzione e di contrasto deve essere altissima».
Concetto ribadito a Napoli, dove il premier rimarca «l’attenzione e la ferma determinazione di questo governo nel contrastare i gruppi criminali, qualsiasi iniziativa mafiosa e qualsiasi iniziativa illegale». In Calabria, poi, c’è il problema delle infiltrazioni negli enti pubblici, con 10 Comuni sciolti per mafia. «Restituire questi territori alla legalità è un obiettivo prioritario di questo governo», rimarca il premier. Ma non c’è solo il problema della legalità. Ci sono quelli, elenca Conte, dello sviluppo economico, della crescita, dello sviluppo sociale, di una disoccupazione giovanile altissima, di una povertà diffusa, ed anche quello della sanità. Tutti dossier «ai quali occorre dare risposte».